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Cenni storici di medicina legale


Le origini della medicina legale sono antichissime, poiché l’attività peritale veniva esercitata già presso gli egizi, quasi 3000 anni a.C., e presso i romani.
Lo sviluppo della disciplina deve molto al diritto canonico.
La necessità di disciplinare in modo organico l’istituto peritale nei processi penali diede vita ad una seri di studi che portarono a una sistemazione della materia.
Il monumentale seicentesco volume dello Zacchia rimase il testo ufficiale di medicina legale per quasi 200 anni.
Fu nell’800, il secolo della rivoluzione industriale, che la nostra scienza entro definitivamente nell’istituzione universitaria e nella prassi giudiziaria.
Si accentuò inoltre la sua valenza clinica, oltre a quella classica tanatologica.
Ciò perché la rivoluzione industriale comportò un incremento notevole degli infortuni connessi all’impiego delle macchine, dunque lo sviluppo della medicina previdenziale, della medicina infortunistica, della medicina assicurativa, della medicina del lavoro.
Sul finire dell’800 veniva prolungato il codice Zanardelli, con il quale l’istituto peritale e la medicina legale entrarono ufficialmente e definitivamente nelle aule di giustizia.
Nello stesso periodo, inoltre, venivano pubblicati gli studi di Cesare Lombroso sulla criminalità.
Ad Anversa, nel 1876, veniva fondato il primo manicomio giudiziario; nei primi anni del ‘900, l’Ottolenghi fondò il primo istituto di medicina legale e istituì, inoltre, la scuola superiore di polizia scientifica.
Per la prima volta, con la scuola positiva si iniziò a parlare di misure di difesa sociale, di pericolosità sociale, di pena finalizzata al recupero del delinquente, ecc…

Tratto da MEDICINA LEGALE di Stefano Civitelli
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