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La ricezione della Common Law nelle colonie e l’indipendenza americana


I primi insediamenti inglesi nel continente nord americano risalgono agli inizi del XVII secolo.
Quale diritto si applica nelle colonie?
Il noto Calvin’s case del 1608 offre una risposta in fondo poco soddisfacente: “la common law inglese è applicabile nella misura in cui le sue regole siano appropriate alle condizioni di vita che regnano nelle colonie stesse”.
L’eccezione, infatti, si rivela più importante del principio generale: se si considera l’alto tecnicismo della common law e si considera che la sua affermazione è legata all’opera di un ceto di giuristi altamente sofisticato, si comprende facilmente come la sua applicazione sia sostanzialmente improbabile.

Il quadro appena accennato lentamente muta e, all’inizio del XVIII secolo, la common law comincia a farsi strada.
Verso la metà del XVIII secolo si afferma, quale reazione all’imperialismo inglese, il movimento per l’indipendenza, e quanto nelle colonie la situazione sia cambiata con riferimento all’élite politica e culturale è provato dal fatto che molti dei 56 firmatari della Dichiarazione d’Indipendenza sono giuristi.
Ma quel che è importante è che nella Dichiarazione d’Indipendenza si manifesta in modo chiaro l’intenzione dei padri fondatori di dotare la nuova nazione di ideali universali imperniati sul riconoscimento e sul rispetto delle libertà fondamentali.

Le 13 colonie, staccandosi dalla madrepatria, sono diventate Stati sovrani.
Ma dopo la guerra d’indipendenza, nel 1781, è ormai evidente la convenienza di stabilire un’unione permanente che duri anche in tempo di pace.
Ecco dunque che si elaborano gli Articles of Confederation, approvati nel 1781 e ratificati nel 1782.

Gli Articles riconoscono la piena sovranità degli Stati membri dell’Unione, sottraendo loro solo quei poteri politici che vengono attribuiti espressamente al Congresso degli Stati Uniti, composto da un rappresentante per ciascuno Stato.
L’Unione nasce tuttavia piuttosto debole, principalmente perché al Congresso non sono stati dati poteri sufficienti e strumenti efficaci per costringere i singoli Stati al rispetto dei doveri confederali.
In questa situazione un gruppo di lungimiranti uomini politici decide di convocare, nel 1787, una Convenzione a Philadelphia.
Scopo della Convenzione è di trasformare e rafforzare l’Unione prevista dagli Articles of Confederation.
La Convenzione di Philadelphia redige in breve tempo un progetto di Costituzione che viene sottoposto al voto degli Stati per la ratifica, che avviene, Stato per Stato, tra la fine del 1787 e l’inizio del 1788.

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