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L’avvio della cooperazione legislativa tra Paesi nordici


Sino alla metà del XIX secolo, nonostante le affinità culturali, le riforme legislative erano andate procedendo nei Paesi nordici in modo reciprocamente autonomo, e anche il dibattito dottrinale non era caratterizzato da un elevato grado di permeabilità al di là delle frontiere nazionali; “il concetto di dottrina giuridica nordica non va dato per scontato nel periodo che precede il 1800”.
Il punto di svolta è rappresentato dall’avvio, nel 1872, degli “Incontri nordici dei giuristi” che, riunivano ogni 3 anni giuristi teorici e pratici per la discussione di problemi di comune interesse.
Saranno il diritto civile e il diritto commerciale ad essere toccati in modo più incisivo dalla cooperazione messa in moto dagli “Incontri nordici”.
Una volta creato il clima culturale adatto, la collaborazione nei processi di riforma fu particolarmente intensa, ma, va tenuto presente, senza la creazione di alcuna struttura ad hoc né la formazione di vincoli giuridici in trattati internazionali.
La scarsità di strutture istituzionali non ha impedito di raggiungere un elevato grado di uniformità.
Le leggi comportano una netta modernizzazione del diritto civile nordico, ma non assolutamente la scomparsa delle peculiarità della tradizione dell’area.
Dopo il primo conflitto mondiale, la cooperazione legislativa continuò estendendosi ad altri settori.
Nella seconda fase della cooperazione legislativa nordica, un’importante novità era rappresentata dalla partecipazione diretta della Finlandia, precedentemente resa possibile dalla sua sottoposizione all’Impero zarista.
La cooperazione legislativa nordica sopravvive anche al secondo conflitto mondiale, dopo il quale si mette mano ad alcune importante aree sino ad allora non toccate dal processo di modernizzazione.
Un ottimo esempio al riguardo è costituito dalla responsabilità civile extracontrattuale.
I Paesi nordici arrivano al secondo dopoguerra senza una chiara definizione legislativa del diritto comune della responsabilità civile.
L’ultima fase dell’evoluzione legislativa nordica, avviata a partire dagli anni ’70, è stata in buona parte legata alla realizzazione del particolare modello di welfare state che ha reso gli ordinamenti nordici una sorta di “laboratorio sociale” dell’Europa.
Particolarmente notevoli e studiati dagli osservatori stranieri, le innovazioni, all’epoca decisamente pionieristiche, in materia di protezione del consumatore, assistenza legale ai non abbienti, unioni di fatto, tutela dei lavoratori.
In questo caso la Svezia assunse un deciso ruolo di pioniere, che in alcuni casi ha comportato difficoltà con gli altri ordinamenti dell’area, che avrebbero preferito un approccio più prudente.

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