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Il Kanun di Lek Dukagjini


Il Kanun di Lek Dukagjini è considerato la più completa raccolta di disposizioni di diritto consuetudinario albanese.
Il testo è il frutto del lavoro di selezione e ricostruzione compiuto da Shtjefën Kostantin Gjeçov, nato nel 1874.
Prima, il Kanun si tramandava di generazione in generazione solo in forma orale.
Molte delle tradizioni raccolte dal padre Gjeçov si riferivano a un codice normativo che regola in modo ferreo la vita dei montanari e che da loro era conosciuto come Kanun, o codice delle montagne.
La versione definitiva del Kanun di Lek Dukagjini venne pubblicata postuma a Scutari nel 1933: 4 anni prima, il 14 Ottobre del 1929, padre Gjeçov era stato assassinato nella Kosovo da un nazionalista serbo.
Il termine Kanun non è un termine autoctono albanese.
E’ entrato nell’albanese direttamente dal bizantino, che a sua volta lo ha mutato dal greco Kąvov, in italiano “riga”.
Metaforicamente indica l’applicazione giusta e onesta delle leggi non codificate.
Kanun è poi termine che si trova nel linguaggio giuridico turco, col significato di “legge della comunità”.
Nell’utilizzare il termine Kanun per un corpus di leggi consuetudinarie, Gjeçov doveva stabilire fin da principio la radice cristiana di queste leggi.
Per Gjeçov, il Kanun era infatti la “raccolta di leggi della comunità cristiana albanese, redatta secondo i dettami di Lek Dukagjini”.

Il Kanun di Lek Dukagjini, come tutti i codici, è una mappa.
Ma i segnali di orientamento lasciano a desiderare.
E’ diviso in libri, capi e paragrafi, e tale divisione non è razionale: la numerazione in articoli e paragrafi prosegue senza soluzione di continuità per l’intero testo; i libri e i capi che dovrebbero riflettere una logica di sistemazione dei vari istituti, raccogliendoli secondo le loro affinità, sono disposti in modo caotico.
I libri sono 12, i capi 24, gli articoli 159 e i paragrafi 1263.

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