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Interpretazione dei trattati internazionali

L'interpretazione consiste nel determinare il significato da attribuire alle espressioni utilizzate dalle parti nel testo di un trattato, e costituisce un problema che sta alla base della maggior parte  delle controversie internazionale.  
Oggi, la dottrina prevalente in materia, tende ad abbandonare il metodo subiettivistico,  per il quale è  necessaria una ricerca della volontà effettiva delle parti, privilegiando il ricorso all’esame dei lavori preparatori rispetto all’analisi del testo del trattato, in favore del metodo obiettivistico, per il quale si attribuisce al trattato il senso che si palesa nel suo testo.
A favore di questo metodo si pronuncia anche la Convenzione di Vienna, che regola l’interpretazione agli artt:
-art. 31: un trattato va interpretato in buona fede secondo il significato da attribuirsi alla luce dell’oggetto e dello scopo del trattato medesimo; ad esso si può attribuire un significato particolare solo se è certo che questa era l’intenzione delle parti.
-art. 32: i lavori preparatori vanno considerati come mezzo supplementare di integrazione da usarsi solo quando l’esame del testo “ lascia il senso ambiguo o porta ad un risultato irragionevole”
-art 33: nei trattati redatti in più lingue ufficiali, va  adottato il  significato che, tenuto conto dell’oggetto e dello scopo del trattato, concilia meglio i testi.
Nell’interpretare un trattato, occorre anche tenere conto di ogni  regola del diritto internazionale  applicabile ai rapporti tra le parti, fatta eccezione per le norme di diritto interno che favorirebbero una tendenza interpretativa unilateralistica.
Valgono per l’interpretazione dei trattati, anche le regole che la teoria generale ha elaborato: interpretazione restrittiva o estensiva; principio del favor (tra più interpretazioni si sceglie quella più favorevole alla parte debole) ; analogia.
Tutto ciò vale anche per i trattati istitutivi di organizzazioni internazionali, nonostante ciò, da più parti si tenta di ricostruire per questi trattati delle regole particolari e ciò riflette la comune concezione di considerare tali accordi, come vere e proprie costituzioni.
La Corte Internazionale di Giustizia ha confermato questa tesi, utilizzando la teoria dei poteri impliciti, per la quale ogni organo dispone non solo dei poteri espressamente attribuitigli, ma anche di tutti i poteri necessari per l’esercizio dei poteri espressi.

Tratto da DIRITTO INTERNAZIONALE di Antonio Amato
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