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Comportamenti degli oligopolisti a svantaggio dei cartelli

I cartelli e le imprese sono comportamenti cooperativi. Mentre con i comportamenti non cooperativi gli oligopolisti preferiscono non mettersi d’accordo.
Il coordinamento delle politiche di prezzo per massimizzare i profitti non è facile, ogni impresa ha opinioni diverse circa il prezzo che può consentire di massimizzare il suo profitto. Coordinare imprese che tendenzialmente sono rivali, ma che vedono un interesse convergente, devono coordinare diverse cose. Il problema è maggiore quando quote di mercato diverse danno alle imprese una prospettiva e degli obiettivi che non collimano esattamente con quelle dei rivali.
Questo è facile quando le imprese riescono a parlare, sono libere di farlo, mentre è difficile quando le comunicazioni sono difficili o addirittura proibitive.
Negli anni ’30 in Germania un quarto dei prodotti industriali presentava un cartello. In Svizzera in un anno sono stati scoperti 136 cartelli.
La collusione ha molte facce, e l’unico limite alla possibilità di colludere è la fantasia umana. La cosa fondamentale è l’accordo sui prezzi, perché l’intesa punta ad aumentare i prezzi, rispetto a quelli che lascerebbero gioco alla libera concorrenza. Non sempre è possibile fissare un prezzo unico per prodotto, perché il prodotto si presenta in molte variabili. Il prezzario è un libro (oggi un software) in cui per ogni singolo componente di prezzo del bene, si definisce un prezzo. Avendo un prezzario comune su come si fa il prezzo, si possono avere 10 prodotti che apparentemente hanno un prezzo diverso, ma che di fatto sono oggetto di collusione. Una forma di prezzario sono le liste prezzi rappresentativi. Attraverso i prezzari in alcuni settori le imprese aveva uno strumento semplice per colludere, erano in grado di costruire prezzi apparentemente diversi . Ovviamente le imprese entrano in conflitto quando fanno questo.
A partire dal 1880 i settori di beni di investimenti, che sono settori molto ciclici, sono stati soggetti a oscillazioni che hanno portato una situazione di insoddisfazione per le imprese.

Tratto da ECONOMIA INDUSTRIALE di Valentina Minerva
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