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La comunicazione contro la marca


Lo stravolgimento pubblicitario si manifesta attraverso: graffiti- Ironia di spot e boicottaggi.
La causa di questo fenomeno, nasce dalla sempre più intensa esasperazione degli avversari della globalizzazione a livello mondiale delle grandi marche, tutti protesi ad opporre e far prevalere il loro argomento "No Logo". Marche più visibili con messaggi ambiziosi e provocatori sono le prime ad essere attaccate (Mc Donald).
Naomi Klein autrice del libro “No logo”, si propone di esaltare sempre più l’avversione ai cosiddetti “poteri giganteschi”, senza però grandi risultati. Contro la marca si manifestano peraltro vari tipi di "lagnanze" spontanee.
Al ricorso sempre più frequente della marca alla provocazione sia cruenta che sessuale e a forme espressive molto brutali si contrappongono naturali e comprensibili reazioni di rigetto. 
Alla riprovevole propensione di certe marche di utilizzare mezzi impropri (ad esempio l’onnipresenza, la simulazione di ruoli moralizzatori e il ricorso ad ogni forma di ipocrisia) fa puntuale riscontro spontaneo il manifestarsi di forme generalizzate di inquinamento e di ostilità che coinvolgono anche le aziende più serie. 
I detti comportamenti esaminati dal punto di vista degli operatori di Marketing non possono che essere considerati come controproducenti a lungo termine. 
E’ comunque una realtà che non sono poche le aziende che molte volte si prendono delle eccessive libertà non sempre compatibili con quelle che dovrebbero essere le regole consensuali di sviluppo e di comunicazione delle loro marche.

Tratto da PROLOGO. LE MARCHE COME FATTORI DI PROGRESSO di Priscilla Cavalieri
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