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Le relazioni interpersonali nella psicoanalisi


Dalla psicanalisi è derivato anche un indirizzo che, rimproverano a questa di non aver dato sufficiente importanza alle determinazioni sociali, ha dato luogo alle cosiddette teorie psicosociali.
Queste teorie ritengono che l’individuo sia, innanzitutto, mosso da istanze sociali più che individuali e, secondariamente, influenzato e motivato dai tipi di rapporti interpersonali che nel contesto sociale si realizzano.
L’angoscia, causa delle numerose neurosi e psicosi, è il frutto non dei conflitti tra le varie istanze freudiane dell’uomo, ma soltanto dei rapporti interpersonali e fra persona e gruppo.
Nell’individuo le dinamiche psicologiche si verificano solo perché egli, vivendo a contatto con altri uomini, è spinto ad agire dal bisogno di vincere il senso di inferiorità e dall’aspirazione ad essere superiore.
Particolari condizioni sfavorevoli (iperprotezione, carenza affettiva, insuccessi) possono accentuare il senso di inferiorità, in certa misura presente in tutti gli uomini; si da provocare manifestazioni anomale, quale il complesso di inferiorità oppure di superiorità.
In questo quadro la nevrosi nasce dall’incapacità di realizzare le mete che l’individuo si è prefissato.
Sul piano criminologico, il complesso di inferiorità può portare al crimine per compensare la propria inferiorità, quale occasione per accentrare su di sé la pubblica attenzione.

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