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Il materialismo come ideologia favorente la criminalità

Il materialismo come ideologia favorente la  criminalità


Alla radice dei molteplici ed eterogenei fattori concorrenti può individuarsi un comune denominatore ideologico-culturale, cioè il dilagato materialismo, teorico e pratico, individualistico e collettivistico, che, disconoscendo all’uomo ogni dimensione spirituale e degradandolo a mera entità bio-socio-economica, assumendo a scopo dell’esistenza non la “crescita spirituale” ma un’illusoria sfuggente “felicità”, ha portato ad una totale perdita del “senso dell’uomo” e all’avvento della cosiddetta “era del disprezzo umano”.
Con tutte le naturali filiazioni:
a.dell’utilitarismo, che degrada l’uomo da “valore” a “mezzo”;
b.del relativismo storicistico, che, nella negazione di ogni “assoluto”, di ogni “costante”, e nella demolizione di quelle pur se relative certezze, ritenute un bisogno esistenziale dell’uomo, porta non alla civile “tolleranza” ma ad una completa asepsi morale e a una totale equiparazione delle azioni umane, sociali ed antisociali, e, quindi, a quella permanente “crisi di valori”;
c.del determinismo causale, che, schiacciando l’uomo tra costituzione e ambiente e privandolo di ogni libertà di scelta, ne rende illusorio ogni volontarismo e lo priva non solo della speranza su un costruibile futuro, ma della stessa possibilità di differenziazione dai bruti;
d.del consumismo, che, privilegiando l’“avere” sull’“essere”, ha sostituito allo strumento della “sufficienza materiale” il fine totalizzante e massificato della “avidità consumistica”;
e.del libertarismo permessivistico, che si fonda non sull’idea positiva della libertà come liberazione morale e autocontrollo, ma sull’idea negativa della libertà come un vuoto di regole, come massima espansione degli istinti.

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