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Embryo Transfer nell'allevamento equino

È una tecnica che consente di trasferire un embrione dalla cavalla che lo ha concepito (donatrice), ad un’altra fattrice che porterà a termine la gravidanza (ricevente). Il vantaggio fondamentale è quello che permette di ottenere puledri da cavalle in attività agonistica; inoltre poiché si stressano, si utilizzano cavalle di 2 anni come donatrici. Una cavalla produce un puledro all’anno, se ho cavalle di grande valore economico riesco ad avere più puledri di grande valore economico; inoltre permette alle cavalle che hanno partorito tardi nella stagione (luglio) di avere un puledro e di essere tecnicamente vuote a inizio stagione successiva e quindi le posso fecondare presto. Possiamo inoltre ottenere embrioni da cavalle che hanno patologie che limitano le possibilità di gravidanza (ernie addominali, gravi traumi, zoppie gravi, endometriti croniche o perdite embrionali); se ci sono patologie dell’utero riusciamo a recuperare gli embrioni e trasferirli. È possibile altresì ottenere puledri da soggetti molto anziani. Mentre nella bovina superovulo e ottengo 30 embrioni, nella cavalla è sempre uno, di conseguenza non c’è un’efficienza di embrioni prodotti ma c’è un’efficienza di ripetizioni di embryo transfer che posso ripetere in un’unica stagione.  Una cavalla in una stagione riproduttiva avrà 6 cicli estrali, recuperando 6 embrioni. La lunghezza dell’estro della cavalla è variabile, quindi si può sincronizzare l’inizio dell’estro ma non l’ovulazione per questo motivo è necessario quando si ha un programma di ET iniziare con più riceventi sincronizzate con la donatrice in maniera di averne almeno una che avrà l’ovulazione sincrone con la donatrice. Ci sono poi dei limiti legati ai libri genealogici, i trotter ad esempio prevedono che sia la possibilità di produrre un unico puledro iscrivibile da ET all’anno più il puledro che quella donatrice può produrre spontaneamente, quindi una donatrice può donare un embrione che poi diventerà puledro e produrre un suo puledro(al max 2 puledri iscrivibili). Per i purosangue inglese è vietata qualsiasi procedura di ET sia di FA, mentre per quanto riguarda le altre razze non c’è nessun limite. L’altro limite è che il congelamento degli embrioni dà ancora risultati scadenti (20% molto più bassa rispetto ai bovini).
Le fasi del lavoro sono:
Selezionare le donatrici e le riceventi (le riceventi si scelgono sulla base dell’età, si scelgono soggetti di età massima di 10 anni, proprio per l’efficienza dell’apparato riproduttivo; la selezione della donatrice è difficile perché rappresenta la richiesta del proprietario; possiamo consigliare di utilizzare cavalle con meno di 15 anni in quanto anche gli ovociti sono meno fertili in cavalle anziane. È fondamentale scegliere bene le riceventi, un vincolo potrebbe essere che le riceventi siano solo trotter fino a 6 anni di età, questo per limitare le spese di diagnostica collaterale , per limitare i costi , cmq sono trotter che vengono eliminate dalle piste quindi con valore molto basso e quindi sono cavalle che hanno subito grossi interventi di tipo riproduttivo. Si cercano soggetti che abbaino una taglia simile o compatibile con l’embrione che poi voglio ottenere , è chiaro che mentre magari un embrione di una TPR in un’avellignese non è l’ideale, non tanto per il parto perché l’accoppiamento avvelignese TPR è molto diffuso perché i puledri crescono fino a che l’utero lo consente e quindi non ci sono rischi di macrosomia , più che altro perché la cavalla non è in grado di produrre latte a sufficienza per un puledro grande, poi devono essere mansuete. Si possono usare quindi soggetti di età compresa tra i 3 ed i 10 anni, con peso variabile tra i 450 e i 600kg.  È fondamentale, quindi, fare una valutazione sia dell’anamnesi che clinica ed eventualmente in presenza di dubbi, fare degli esami di laboratorio per essere sicuri che l’apparato riproduttore sia sano. Una fattrice è sempre una cavalla ma non tutte le cavalle possono essere fattrici)
Preparare e sincronizzare le cavalle (sono soggetti che hanno ovulato da 1 giorno prima a 3 giorni dopo la donatrice, e solo questi possono essere utilizzati come riceventi; questo perché, chi deve essere sincronizzato è la funzionalità dei corpi lutei, perché nei primi 20 giorni è il corpo luteo che mantiene la gravidanza quindi deve essere funzionale. La peculiarità del ciclo delle riceventi è che la lunghezza dell’estro, anche se ho cavalle che sono partite in estro il giorno 0 tutte insieme, avrò che l’estro avrà durata variabile nei soggetti. Se la donatrice ha ovulato il 5°giorno dall’inizio dell’estro, andrà bene la ricevente1 che ha ovulato il giorno 4, andrà bene la ricevente3 che ha ovulato il giorno 7, ma  non andrà bene la ricevente che ha ovulato il giorno 9; quella che deve essere sincronizzata è l’ovulazione non l’inizio dell’estro. Ci possono essere diversi trattamenti di tipo farmacologico che consentono di sincronizzare le cavalle: progesterone o progestinici che mantengono il diestro per tutta la durata della loro somministrazione, le prostaglandine che lisano il corpo luteo e inducono l’inizio dell’estro dopo 4-6 giorni dalla loro somministrazione e l’Hcg che induce l’ovulazione in soggetti in estro che abbiano follicoli di almeno 35 mm di diametro dopo36-40 ore dalla loro somministrazione.  Non sempre è possibile sincronizzare la donatrice e la ricevente che ci viene affidata in un unico ciclo, a volte è necessaria la lunghezza di due cicli)
Inseminare le donatrici (preferibilmente con seme fresco, perché abbiamo una maggior efficienza di recupero degli embrioni. L’utilizzo del seme congelato può rendere necessari 2 o più interventi fecondatici per ottenere un embrione idoneo al trasferimento; la quantità e la qualità del seme utilizzato possono incidere sulla % di recupero embrionale, l’utilizzo della fecondazione per via endoscopica potrebbe migliorare le performance dell’ET con seme congelato.)
Recuperare l’embrione (7 giorni dopo l’inseminazione viene fatto un lavaggio dell’utero per recuperare l’embrione; la % di embrioni recuperati alla prima fecondazione della donatrice è estremamente variabile a seconda che io utilizzi seme fresco o congelato, in particolare 40% per il congelato e 80% per il fresco. Dopo il 7° giorno non viene recuperato in quanto è troppo grande, quindi il volume dell’embrione diventa il fattore limitante per i giorni successivi. Si fa un lavaggio dell’utero, il liquido viene filtrato e poi ricercato a livello microscopico l’embrione. Non sempre gli embrioni recuperati possono essere trasferiti in quanto danneggiati; ogni embrione ha un punteggio sulla qualità da 1 a 4, una volta raccolti gli embrioni, vengono lavati più volte e poi caricati nella paillettes)
Trasferire l’embrione (utilizzando una paillettes da 0,25; è il punto critico perché l’utero della ricevente è in diestro e quindi in basse difese immunitarie)
Diagnosticare la gravidanza della ricevente (7 giorni dopo il trasferimento si può fare la diagnosi nella ricevente, perché avrà 14 giorni)

Tratto da GENETICA E ALLEVAMENTO DEGLI EQUINI di Denis Squizzato
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