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Fisiologia e fabbisogni nutritivi del coniglio

Il coniglio è un animale erbivoro che necessita di selezionatori di concentrati, come i cervidi (bovini, camelidi, cavallo e zebra necessitano di alimenti grossolani, mentre ovi-caprini necessitano di alimenti intermedi) e le fermentazioni intestinali avvengono nel cieco (per il cavallo avvengono nel colon, nei ruminanti nel rumine, nel criceto e nel canguro nel pre-stomaco).

Apparato digestivo
L’alimento viene ingerito, entra nello stomaco, viene attaccato dai batteri gastrici, e successivamente anche dagli enzimi enterici e pancreatici, il materiale entra nel cieco, si forma un materiale pastoso (50% di umidità , ricco di batteri e proteine), per poi essere espulso sottoforma di palline, le quali verranno ingerite.

Ciecotrofia
La digestione del coniglio si differenzia dalle altre specie animali per la ciecotrofia, è questa la pratica che consiste nella reingestione da parte dell’animale di una parte del cibo elaborata dalla flora intestinale.
Il ciecotrofo reinserito è completamente diverso dal cibo assunto in origine; infatti, è ricco soprattutto di amminoacidi apportati dalla flora ciecale nel processo elaborativo. Possiamo quindi distinguere due tipi di feci: feci molli (ciecotrofo) e feci dure (quelle espulse dall’intestino andando a costituire le deiezioni dure). L’assunzione del ciecotrofo nel coniglio avviene quotidianamente nelle prime ore della giornata. Le feci molli vengono recuperate direttamente dall’ano e reinserite senza essere masticate, passano nello stomaco dove vengono nuovamente digerite, indi vanno nell’intestino cieco, colon e retto per essere definitivamente espulse.
Oltre alla flora intestinale deputata alla digestione degli elementi nutritivi apportati con il mangime l’intestino cieco ospita una flora potenzialmente patogena costituita da Escherichia coli, Clostridi,
protozoi e Coccidi, l’equilibrio microbico del cieco è quindi fondamentale per il benessere animale, fattore determinante in questo contesto è il pH intestinale il quale, per evitare la proliferazione della flora patogena, non deve superare il valore di 6.3 (nel cieco, mentre nello stomaco è 1,9); questo valore soglia viene tenuto sotto controllo dagli AGV (C2, C3, C4 se c’è molto amido 65-10-25 con 55,6 mmol/l, mentre se c’è molta fibra 69-12-19 con 34,6 mmol/l) prodotti dalla digestione della fibra e degli amidi contenuti negli alimenti. È stato calcolato che il ciecotrofo risulta pari al 20% della indigestione totale ed apporta all’animale circa il 29% dell’azoto totale assunto. Il meccanismo selettivo di escrezione della fibra e ritenzione delle particelle piccole per la fermentazione nel cieco vede inizialmente l’ingresso del contenuto intestinale e la dispersione dello stesso nel cieco; le contrazioni del cieco e lo spostamento del materiale verso il colon; i movimenti peristaltici del colon spingono le particelle fibrose verso il colon distale, le contrazioni delle pieghe del colon in senso retrogrado spingono le particelle piccole e i liquidi verso il cieco; infine le particelle piccole e i liquidi vengono separate dalla fibra per formare il ciecotrofo, le particelle fibrose vengono allontanate per formare le feci. I conigli digeriscono la FG per il 15-20%, le emicellulose per il 20-40% e la cellulosa per il 10-15%, rispetto il 45-55%, il 50-70% e il 45-65% dei ruminanti e il 25-35%, il 40-45% e il 30-35% dei suini. Più la dieta è ricca di fibra e meno digeribile è la dieta stessa, mentre una dieta con molto amido produce più AGV, meno C2,C3 e più C4.

Qualsiasi alterazione del pH e quindi dell’equilibrio della flora intestinale provoca due effetti estremamente negativi e fisicamente opposti: la stipsi atonia del cieco cioè il blocco del transito intestinale e la diarrea, disturbi meglio conosciuti come enterocolite.
I fattori scatenanti  questi problemi sono da ricondursi a stress ambientali (escursioni termiche, ventilazione inadeguata o eccessiva, etc), errori gestionali (svezzamenti precoci, spostamento dei soggetti, etc) e alimentari(somministrazione di alimenti inadeguati per la fase specifica o alimenti non formulati correttamente, etc.).
Essendo il coniglio   un animale  “ansioso congenito“  lo stress come il rumore rappresenta uno dei principali fattori predisponenti alle diverse patologie e agli squilibri comportamentali. In condizioni di stress il coniglio libera dall’asse ipotalamo iposifi surrene il cortisolo che agisce facendo ridurre il numero di linfociti e contemporaneamente facendo innalzare il numero di granulociti neutrofili; condizione questa che rende il coniglio più vulnerabile alle infezioni e all’insorgenza di patologie compromettendone così ulteriormente il benessere animale(correlazione positiva tra benessere animale e qualità della carne prodotta).
Di contro le condizioni di stress continuo come il rumore sugli animali in produzione zootecnica possono arrecare seri danni come: aborti spontanei, gravi forme enteriche, anomalie di fermentazione, diarree, problemi respiratori, aumento della mortalità neonatale, interruzione della ciecotrofia con emissione dal tubo digerente di feci molli.

Tratto da ZOOCOLTURE di Denis Squizzato
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