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Mycobacterium spp.

Oggi, i costanti controlli per mantenere gli allevamenti indenni rende questa infezione molto meno preoccupante che in passato, ma il pericolo non è scomparso. Un trattamento termico con idonee combinazioni tempo/temperatura inattiva i micobatteri e garantisce il risanamento del latte crudo, ma deve essere evitata una ricontaminazione. I bovini possono eliminare il bacillo tubercolare con il latte anche prima di manifestare i sintomi clinici della malattia, l’eliminazione nel latte è poi intermittente nei vari stadi dell’infezione. Il latte si può contaminare anche per contatto con materiali infetti per ricaduta di particelle di aerosol o residui fecali contaminati. La presenza in numero elevato presupponeuna contaminazione massiva in quanto i micobatteri non si moltiplcano facilmente nel latte, ma possono sopravvivere anche per alcuni mesi. Nei derivati del latte la sopravvivenza è influenzata dal tipo di prodotto: nel burro da panna cruda sono stati ritrovati vitali dopo 3 mesi in frigorifero; nei formaggi la sopravvivenza è stata di 2 - 10 mesi in relazione al pH, alla presenza di flore antagoniste, alle temperature di processo (importante riduzione di numero dopo cottura a 55°C dei formaggi a lunga stagionatura). Comunque, mentre il consumo di latte crudo è stato responsabile di trasmissione di tubercolosi, non sono invece descritti casi di trasmissione per consumo di formaggi o altri prodotti. Un discorso a parte, relativamente di recente interesse per il latte, è la presenza di M. paratuberculosis ed il ruolo svolto nella trasmissione del morbo di Crohn (malattia intestinale cronica). Un’alta percentuale di pazienti con il morbo di Crohn presentano anche un’infezione da M. paratuberculosis che è risultata essere correlata con la malattia.

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