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Variabili di utilizzo dei disinfettanti


- DISINFETTANTI FISICI:  Calore (Fiamma diretta; calore secco o umido); Radiazioni (ionizzanti; UV), Filtrazione : filtri meccanici (stoffa, lana di vetro, carta) o filtri elettrostatici (passando attraverso due piastre caricate elettricamente i batteri sono attratti dalla piastra dotata di carica opposta alla loro). Il calore secco è meno efficace di quello umido. Per una sterilizzazione completa nel forno è necessario seguire questa tabella
tempo/temperatura : 170°C 60 minuti; 160°C 120 minuti; 150°C 150 minuti; 140°C 180 minuti e 120°C 12 ore

- DISINFETTANTI CHIMICI:  
Cloroderivati
Il cloro e i suoi composti possiedono la stessa caratteristica: in soluzione acquosa presentano cloro elementare e acido ipocloroso che si dissocia in ione ipoclorito. I disinfettanti a base di cloro sono i più impiegati nell’industria alimentare e si dividono in inorganici (più usati) ed organici (più stabili) a seconda che provengano da sali a base di cloro o da molecole più complesse. Tra gli inorganici i più attivi e stabili sono i clorurati fosfatici, 3-4% di cloro attivo, commercializzati in forma di polveri, privi di potere schiumogeno, concentrazione d’uso a 100-200 ppm di cloro attivo in soluzione a pH 11.
- Diossido di cloro: impiegato per potabilizzare l’acqua.
- Ipoclorito di potassio: in soluzione allo 0,5% viene chiamato “acqua di Javel”.
- Ipoclorito di calcio: viene attenuato miscelando bene 2-3 parti di cloruro di calce (al 20-30% di cloro attivo) in 100 parti di acqua.
- Ipocloriti di sodio: (NaOCl), scoperto più di 200 anni fa (”acqua di Labarraque” = soluzione al 5%) è ancora il disinfettante più usato con i nomi commerciali di candeggina, varechina, euclorina, amuchina, ecc.

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