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Le dimensioni relazionali della raccolta di informazioni


Nel tentativo di fornire soluzioni per raccogliere informazioni utili da parte del consumatore, la ricerca si è concentrata anche sulla relazione fra consumatori e organizzazioni adottando metodi come:
Scambio primario = beni o servizi sono offerti in cambio di denaro o altri beni.
Scambio secondario = i consumatori realizzano scambi non monetari di informazioni personali per benefici intangibili come servizi e offerte personalizzate.
La gestione dello scambio secondario è importante perché errori in questo ambito potrebbero seriamente compromettere anche lo scambio primario che è normalmente il principale obiettivo delle aziende.
La raccolta di informazioni sui consumatori deve perseguirsi sia garantendo dei vantaggi sia preoccupandosi di diminuire la percezione del rischio.
Westin definisce la privacy come diritto degli individui a determinare autonomamente come e a quale livello la propria informazione possa essere comunicata ad altri.
Negli Stati Uniti si è fatto uso delle cosiddette FAIR INFORMATION PRACTISES ovvero alla diffusione di pratiche corrette per la gestione delle informazioni che, se comunicate in modo adeguato al consumatore, sembravano poter garantire una maggiore collaborazione da parte dei consumatori coinvolti in attività di ricerche di mercato via Internet.
Con una ricerca qualitativa condotta via mail si è verificato che i consumatori che rivendicano maggiore controllo sono coloro che risultano essere più consapevoli di altri rispetto ai rischi inerenti il trattamento dei dati attraverso Internet e che di conseguenza alla percezione di rischio ambientale si rapportano alle aziende che operano su Internet con meno fiducia.
La consapevolezza del rischio portava a una minore fiducia, a una minore disponibilità a fornire informazioni private e a una maggiore rivendicazione di controllo sui propri dati.
In particolare, i consumatori sembrano diventati più consapevoli circa il valore di mercato delle loro informazioni personali e potrebbero essere disponibili a scambiarle per denaro.
L’offerta di denaro in cambio di informazioni private potrebbe essere interpretata come una dimostrazione di trasparenza e avere la funzione di ridurre le preoccupazioni per la privacy.
La ricerca empirica dimostra che i consumatori più attenti ai rischi della comunicazione elettronica tendevano a giudicare in modo scettico l’offerta di ricompense per lo scambio di informazioni che non consideravano essere fonte di particolare vulnerabilità.
Le informazioni più delicate non si sarebbero scambiate contro denaro, perché proprio l’offerta economica sembrava contribuire alla MERCIFICAZIONE DELL’INFORMAZIONE e di conseguenza aumentare la probabilità di un uso non corretto dei dati personali.

Tratto da MANUALE DI PSICOLOGIA DEI CONSUMI di Priscilla Cavalieri
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