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Diritti e obblighi dei ministri di culto


Tra i diritti riconosciuti ai ministri di culto, quello di essere esonerati dal servizio militare o di essere assegnati al servizio civile sostitutivo era da ritenersi tra i più conosciuti.
Venuta meno la leva obbligatoria resta comunque in piedi il diritto, in caso di mobilitazione generale, dei ministri dei “culti ammessi” la cui nomina sia stata approvata, di essere dispensati dalla chiamata.
Altro diritto riconosciuto è quello di non rivelare a magistrati o ad altra autorità informazioni su persone o materie di cui vengano a conoscenza in ragione del loro ministero.
I ministri di culto cattolici e delle altre confessioni religiose sono soggetti a trattamento previdenziale.
Quanto agli obblighi è possibile ricordare quello di non rivelare, senza giusta causa, quanto appreso nell’esercizio del suo ministero; l’aggravante per i reati commessi con abuso dei poteri o in violazione dei doveri inerenti la qualifica; l’equiparazione ai pubblici ufficiali nel reato di eccitamento al dispregio e vilipendio delle istituzioni, leggi e atti dell’autorità; infine, l’obbligo di astenersi, abusando delle proprie attribuzioni e nell’esercizio delle stesse, dal vincolare il voto degli elettori.

Tratto da DIRITTO ECCLESIASTICO di Stefano Civitelli
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