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Mobbing. Mobber, vittima e pubblica amministrazione


IL MOBBING

Deriva dall'inglese assalire aggredire.
Atteggiamento ostile, di persecuzione psicologica e violenza morale, in forma sistematica e duratura attraverso pratiche vessatorie.

Marginalizzazione, svuotamento delle mansioni, esasperato controllo, maltrattamenti verbali offese personali, mancata assegnazione di compiti lavorativi, inattività forzata, mancata assegnazione degli strumenti di lavoro.

Gli episodi devono essere di apprezzabile intensità, sistematici o reiterati e protratti di per un tempo ampio di circa sei mesi.

Sia da parte di dirigenti che colleghi.

Rapporto tra pubblica amministrazione e vittima

Il datore di lavoro deve adottare tutte le misure necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro. Ciò è fonte di responsabilità contrattuale del datore di lavoro per non avere prevenuto o vigilato o poste in essere giusti comportamenti.
Non è la pubblica amministrazione che effettua direttamente il mobbing ma può essere il dirigente.
Nel caso sia un collega la responsabilità si ha se, una volta a conoscenza dei comportamenti vessatori non si adottano le modalità per impedire il loro reiterarsi.

A volte il demansionamento è solo frutto del cattivo esercizio dei poteri datoriali.

Rapporto tra mobber e vittima

Il mobber risponde per responsabilità civile extra contrattuale ai sensi dell'art. 2043 cod. civ. sul risarcimento del fatto illecito nei confronti della vittima, e non mancano possibili profili di responsabilità penale.

Rapporto tra mobber e pubblica amministrazione

Oltre alle sanzioni disciplinari la pubblica amministrazione che sia stata ritenuta responsabile a causa del mobber può rivalersi su di lui per il danno erariale subito.

Gli strumenti di prevenzione

La dirigenza per l'organizzazione e la gestione delle risorse umane.

Tratto da DIRITTO DEL LAVORO NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E NELLE AZIENDE SANITARIE di Barbara Pavoni
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