Skip to content

Malattie del cuore provocate dalle arterie coronarie


Le coronarie nascono dall’aorta un cm dopo la sua nascita dal ventricolo sinistro, decorrono lungo la superficie del cuore e si diramano finché, piccole, penetrano nel muscolo. Sono due: la coronaria di sinistra e la coronaria di destra. La sinistra è più grossa e importante infatti, dopo la sua nascita, percorre un tratto detto tronco comune che si biforca in due: l’interventricolare anteriore e la circonflessa (albero coronarico). Il circolo coronario è un circolo di estrazione massimale (poiché utilizza tutto l’ossigeno possibile) ed è in grado di modulare la quantità di sangue a seconda delle esigenze metaboliche; infatti il cuore estrae sempre dal sangue ossigeno per sé (in quanto non è in grado di immagazzinarlo), pertanto per poter aumentarne l’apporto l’unico modo possibile è aumentare il flusso sanguigno (per es. se aumenta del 20% il consumo di ossigeno, il flusso di sangue deve aumentare del 20%).
Una importante malattia del cuore è l’ISCHEMIA CARDIACA. Questa consiste in un apporto inadeguato di sangue (e pertanto anche di ossigeno) al cuore per le esigenze metaboliche di quel momento: non diminuisce il flusso di sangue, ma vi è un apporto insufficiente di ossigeno (per es. se in condizioni normali il flusso di sangue sotto sforzo aumenterebbe di 3, con l’ischemia aumenta di 2). La causa principale dell’ischemia sono delle placche di colesterolo dette ateromi che si formano nelle coronarie (spt la sinistra) causandone un restringimento (aterosclerosi). Tra il restringimento posso fermarsi delle piastrine che formano un tappo che non permette un flusso di sangue adeguato o non lo permette affatto (trombo). La placca è costituita da un tessuto molle interno fatto da grasso e una superficie esterna di tessuto fibroso. Il trombo è più facile che si verifichi in un’arteria aterosclerotica rispetto ad una sana e la probabilità è maggiore anche quando la superficie interna della placca si danneggia ed entra in contatto con il sangue (formazione del coagulo, trombo). La rottura della placca si verifica più facilmente se il contenuto lipidico è abbondante e il cappuccio fibroso sottile. Il trombo può sciogliersi in tempi brevi (ischemia che si risolve) o durare tanto tempo determinando un’occlusione mortale (infarto). A volte il trombo si scioglie poiché intervengono sostanze che lo eliminano; infatti il trombo, ovvero la coagulazione, nasce come cosa positiva ma non è sano se si sviluppa dove l’arteria non è danneggiata. L’infarto invece è una ischemia non transitoria che causa immediata assenza di ossigeno e la gravità di questo dipende dalla quantità di cellule morte (infatti un soggetto che sopravvive ad un infarto ha una parte di cellule miocardiche morte): tanto prima si interviene rimuovendo il trombo tanto maggiore sarà il numero di cellule salvate se riossigenate, infatti le cellule non muoiono tutte nello stesso momento. Il confine tra ischemia e infarto è molto labile e non esiste un limite oltre il quale…  

Restringimento                    Flusso
    20%-50%                    normale sia a riposo che in condizioni di sforzo
    70%                        garantito a riposo ma sotto sforzo non aumenta abbastanza (ischemia)
    95%                        problemi anche dopo una moderata attività fisica  (es. fare delle scale)

Esiste un’ampia variazione individuale, ma in linea di massima tanto maggiore è il restringimento e più gravi sono i problemi.
In un secondo tipo di ischemia invece il flusso coronarico può essere limitato (per es. da un tappo) anche quando le richieste metaboliche del cuore non aumentano e ciò determina uno squilibrio tra ossigeno di cui si ha bisogno e richiesta: la richiesta è la stessa ma il flusso è minore.
Pertanto, nell’ischemia tipo I si ha un aumento del fabbisogno e il flusso è minore per aterosclerosi; nell’ischemia tipo II il fabbisogno è normale ma il flusso è minore per trombo (placche). La gravità e le cure di queste due ischemie sono differenti, ma in comune hanno la presenza di un tessuto patologico che cresce nell’arteria (aterosclerosi) aumentando lo spessore della parete (cresce verso l’interno ma anche verso l’esterno) e limitando il flusso.

Tratto da CARDIOLOGIA di Lucrezia Modesto
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.