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Realismo moderato e logiche paraconsistenti


Tanti oggi parlano di verità parziale e di realismo moderato e tutti lo fanno a partire da una’impostazione linguistica-logica. La proposta del prof è assolutamente originale e non è detto che non abbia delle lacune bestiali di cui al momento non ci rendiamo conto. C’è il problema delle teorie contraddittorie: per ragionare in questi termini dobbiamo accettare il fatto che i quadri cognitivi che noi compariamo spesso sono al loro interno contraddittori perché sono il risultato dell’insieme di teorie che si contraddicono tra loro (mentre nel caso di una singola teoria, per quanto questa presenti delle magagne, non è mai contraddittoria, altrimenti non può nemmeno essere chiamata con questo nome!); comparando situazioni cognitive diverse noi compariamo modi di leggere pezzi di mondo che spesso sono contraddittori al loro interno; nel compararli quindi si creano dei problemi incredibili.
Oggi vanno di moda le logiche paraconsistenti: noi possiamo immaginare delle logiche dove la contraddizione è contemplata. Ma perché la tendenza della mente umana è quella di rifiutare la contraddizione all’interno di una ragionamento logico? Certamente innanzitutto per un problema psicologico di sanità mentale. Inoltre per un problema molto serio e cioè che accettando dentro un sistema la contraddizione all’interno di una teoria, e accettando regole minimali di inferenza induttiva si arriva alla conclusione che già abbiamo citato: se c’è una contraddizione in questo sistema logico tutti gli enunciati sono veri!
Sono stati sviluppati però dei sistemi capaci di contemplare al loro interno la contraddizione senza che tale accettazione diventi metodologica, ma facendo si che una precisa contraddizione rimanga all’interno di una parte del sistema e non venga applicata all’intero. Questo è possibile farlo non accettando alcune inferenze logico induttive che di per sé sono ovvie (e quindi non dovrebbero influire in nulla, cioè la loro accettazione o meno all’interno della teoria non dovrebbe avere alcuna rilevanza) ma che attraverso la loro non accettazione “ghettizzano” la contraddizione, cioè fanno si che essa non si espanda all’intera teoria facendola cadere.

Tratto da FILOSOFIA DELLA SCIENZA di Carlo Cilia
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