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Democrito. Atomi ingenerati e indistruttibili


DEMOCRITO Nasce nel 460 e sviluppa il nucleo originario dell’opera di Leucippo suo maestro. A differenza dei suoi compagni sofisti, scrisse tantissime opere. Riprende allora il problema della conoscenza e sviluppa il concetto di atomo: atomo letteralmente vuol dire indivisibile, ed talmente piccolo da non poter essere percepito: essi allora saranno ingenerati e indistruttibili. Sono allora i costituenti ultimi della realtà. Essi non si differenziano per le qualità che la nostra percezione assegna loro (caldi freddi etc) ma sono come le lettere dell’alfabeto (queste sono chiamate stoicheia e così saranno chiamati gli elementi base di tutte le cose). La prima differenza è la forma: A è diversa da N. La seconda è di ordine: AN è diverso da NA. Queste differenze sono allora di ordine geometrico. Ma come fanno i nostri sensi a percepire la realtà? Il primo presupposto è che esse siano suscettibili di movimento. Nel loro incessante movimento questi atomi si scontrano: se le loro forme sono complementari si aggregano, se sono incompatibili si respingono. Ma le aggregazioni non sono determinate da un agente esterno come sosteneva Anassagora (con l’intelletto cosmico) ma il simile si aggrega con il simile: è questa una visione del mondo meccanicistica.
L’altra condizione per vi sia aggregazione è il vuoto entro il quale gli atomi possono muoversi. Il vuoto allora sarà non essere nella misura in cui non possiede movimento e non si aggrega a niente. Nel vuoto infinito allora si creano infiniti mondi, anche diversi da quelli che viviamo noi.

Tratto da FILOSOFIA ANTICA di Carlo Cilia
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