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Discepoli di Socrate. Antistene e il rigorismo


Antistene nato e vissuto ad Atene tra il 444 e il 365, egli secondo tradizione, dovrebbe essere fondatore del cinismo dalla scuola di Cinosarge (per altri dallo stile di vita simile a quello dei cani) dove egli insegnava. Egli diede particolare attenzione al metodo d’indagine di Socrate basato sulla dialettica. A lui è attribuito il celebre detto “Vedo i cavalli ma non vedo la cavallinità” in chiara contrapposizione con la dottrine delle idee di Platone. Il suo punto di partenza sono i nomi che stabiliscono la natura delle cose; le definizioni sono solo analogie che non colgono la vera natura delle cose. Da qui l’impossibilità della predicazione: le uniche proposizioni legittime sono le proposizioni identiche. Es/ uomo è uomo. Attribuire ad un nome un predicato diverso da se stesso significa conferirgli più nomi, quindi confonderne la sua natura. Questo tema sarà dibattuto da Platone nel Sofista (T 121).
Ma Antistene porta alle estreme conseguenze la riflessione etica di Socrate sfociando nel rigorismo. Celebre è la sua frase “preferirei morire piuttosto che provare piacere”.

Tratto da FILOSOFIA ANTICA di Carlo Cilia
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