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Platone. Vita del filosofo preparazione alla morte


La morte di Socrate aveva posto ai suoi discepoli il rapporto tra il filosofo e la città in cui vive: nel Fedone il filosofo è dipinto come colui che si purifica e prescinde il più possibile dal corpo. Ma se l’anima è una tomba del corpo, secondo una dottrina orfica e pitagorica, la vita del filosofo sarà una preparazione alla morte. Questo non vuol dire che il filosofo debba suicidarsi, ma che egli deve lavorare per avvicinarsi il più possibile all’idea di Bene. Il vero spazio del filosofo sembra allora collocarsi oltre la città. L’obiettivo è, come recita il Teeteto, rendersi simile al dio (T 167). Da una parte allora il filosofo non può farsi coinvolgere nella corruzione che nella città vige, dall’altra non può isolarsi completamente; diventa decisivo trovare il modello di città giusta: questo problema è affrontato nella Repubblica.

Tratto da FILOSOFIA ANTICA di Carlo Cilia
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