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Provvidenza e fuoco nello stoicismo


Gli stoici inoltre si avvicinano molto a Platone per il concetto di provvidenza: Dio crea il mondo e fa si che esso sia il migliore dei mondi possibili, dunque ordinato e armonizzato. Il male è un sottoprodotto del bene: se la testa è molto fragile è perché essa è composta da ossa piccolissime che sono più adatte a svolgere bene la funzione che le è propria. Il principio è unico ed è anche corporeo: se la divinità non fosse corporea essa non avrebbe possibilità di agire e ordinare il mondo. Questo principio divino è connesso al fuoco, almeno da parte di Zenone e Cleante: il mondo si crea e so distrugge in maniera ciclica. Passati qualche migliaio di anni avviene una conflagrazione nella quale tutto si risolve nel vuoto. Poi il fuoco artefice che coincide con la ragione divina (contenete le ragioni seminali o logoi spermatikoi) di tutte le cose, provvede a ricostruire il tutto di modo da creare un eterno ritorno dell’eguale, delle stesse cose e degli stessi eventi. Non ci può essere differenze perché altrimenti potrebbe essere migliore o peggiore contrastando con la tesi del “miglior mondo possibile”.

Tratto da FILOSOFIA ANTICA di Carlo Cilia
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