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"De divisione naturae" di Boezio



La sua opera di maggior rilievo fu il De divisione naturae. È un trattato scritto in 5 libri sotto forma di dialogo e riassumibile in 4 tappe collegabili con Dio.
1. La natura che crea è non è creata (Dio).
2. La natura che è creata e che crea, vale a dire il Logos il quale contiene i modelli ideali di tutte le cose, ma non come voleva Platone in pratica cause esemplare, ma bensì cause efficienti per effetto dello Spirito Santo che fa derivare dagli eterni esemplari le realtà individuali.
3. La natura che è creata ma non crea, in altre parole il cosmo. Esso è creato da Dio, è una manifestazione di Dio e l’uomo ha il compito specifico di ricondurlo a Dio.
4. Natura che non è creata e non crea, cioè Dio inteso come fine della Storia. Il mondo e l’uomo vengono ricapitolati in Dio, l’uomo non perde la sua individualità così come non la perde l’aria poiché attraversata dalla luce.
Per Eriugena vi era una visione realistica degli universali, lui considerava la dialettica non solo come regola del pensiero, ma anche come la struttura stessa della realtà, come l’arte fondata dal Creatore nell’atto della creazione. Non esiste quindi differenza tra religione e filosofia, ambedue fanno riferimento a Dio. Eriugena affermava quindi che nessuno entra in cielo se non attraverso la filosofia.

Tratto da LA FILOSOFIA NEL MEDIOEVO di Carlo Cilia
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