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Essere primo e cause conservanti in Guglielmo di Ockham



In qualche modo però è possibile dimostrare l’esistenza di un essere primo, ma il punto di partenza del ragionamento non è dato da una serie di cause efficienti poiché una causa può anche corrompersi dopo aver generato il suo effetto. Il discorso allora dovrà partire dalle cause conservanti ossia quelle in virtù delle quali una cosa conserva il suo essere. Perché avvenga una conservazione dell’essere è indispensabile che la causa coesista con il suo effetto: se si andasse all’infinito nell’ordine delle cause conservanti che hanno in se causa ed effetto, la serie di tale cause ed effetti sarebbe infinita in atto, e questa nozione aveva già dimostrato Aristotele, porta assurdità. Bisognerà allora ammettere l’esistenza di una causa prima nell’ordine delle cause conservanti. Ma se l’esistenza di una causa prima può essere dimostrata, non possono essere dimostrati gli attributi che ad essa si danno (l’onnipotenza, l’unicità). Di questi i possono dare solo argomentazioni persuasive.

Tratto da LA FILOSOFIA NEL MEDIOEVO di Carlo Cilia
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