Skip to content

Economia ed etica in Croce



All’attività teoretica si accosta l’attività pratica che si esplica come dicevamo nell’economia e nell’etica. Ma prima di vedere queste due forme di attività pratica bisogna precisare che tutta l’attività pratica dipende da quella teoretica ossia dalla conoscenza poiché nessun atto di volontà è possibile senza che prima ci sia conoscenza. La conoscenza non ha tanto a che fare con ciò che è buono o cattivo, utile o meno, ma con il vero. Il pensiero in quanto tale, non compie errori ma pensa sempre il vero. L’errore secondo Croce ha un’origine pratica, nasce cioè nel momento in cui motivi pratici (passioni, interessi) interferiscono con l’attività teoretica. Da questo si deduce anche che l’attività pratica si esplica nella volizione (o atto di volontà). L’attività economica è la volontà che ha per oggetto l’individuale, ossia l’utile. Ma l’utile non va confuso con l’egoistico, poiché la categoria di utile è da riferirsi esclusivamente alla sfera economica, mentre l’egoistico ha a che fare con l’ambito morale. Per Croce è invece vero il contrario: non può esistere moralità che non sia calata nell’utile. È lo stesso rapporto che intercorre tra la logica e l’estetica. Volere economicamente è volere un fine, ma volere moralmente è volere il fine razionale, ossia il bene. Se non vi è un fine non può esserci un’azione morale che tende a raggiungerlo. E quel fine universale che è il bene non sarebbe possibile se non ci fosse anche un interesse individuale che spinge a perseguire il bene. Per questo Croce critica al tempo stesso critica le etiche formalistiche che scindono il bene dall’utile, ma anche quelle materiali che identificano il bene con l’utile. Fra economia e morale c’è un rapporto di dipendenza della seconda nei confronti della prima e non viceversa perché può esserci un fine che economicamente è legittimo a prescindere dalla sua moralità o meno. Anche la religione che contiene principi morali, va ricondotta nell’alveo dell’attività morale e quindi della pratica. Analogamente il diritto è riconducibile alla sfera pratica. Le leggi del diritto sono “comode” per agire nella società e “utili” per mantenere l’ordine sociale.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.