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Politica in Croce



Anche la politica a cui Croce dedica vari saggi, in particolare Elementi di politica (1925) non è una sfera autonoma dell’attività dello spirito: essa rientra nell’economia. Per questo gli atti politici non sono né morali né immorali, ma semplicemente utili. In questa concezione egli mette insieme la concezione utilitaristica di Machiavelli con l’importanza degli interessi economici nei rapporti di potere che Marx aveva messo in luce. Contrariamente a quanto pensano Hegel e Gentile, nella politica il primato spetta agli individui, non allo Stato, che non esiste come entità superiore agli individui stessi, ma nasce da essi e per questo motivo non può pretendere neanche di assorbire la vita etica dei cittadini. Per questo egli un fervido sostenitore della completa libertà la via per promuovere non la democrazia ma l’aristocrazia dello spirito, ossia l’assoluta libertà di azione dello spirito.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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