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Educare al mistero: Inni alla notte di Novalis


La pedagogia di Novalis porta il soggetto a vedere le cose da un altro punto di vista. Educare al mistero è difficile, coinvolge il soggetto nelle sue profondità.
Chi coglie solo il lato diurno della vita ne assapora solamente una parte, e quindi si preclude l’accesso al suo vero mistero.
La notte è assenza di mondo, spazio vuoto: la notte porta in sé sia la memoria del giorno che l’ha preceduta sia la speranza per quello che la seguirà.
Educare al vuoto significa praticare una “pedagogia del meno” contrapposta alla logica dilagante del “più”. E proprio nel momento in cui si abbandona la logica dell’accumulo in nome di un rallentamento, di una essenzialità, affiora con la notte il ricordo dell’infanzia.
Il risveglio rigetta il soggetto in un mondo di luce del quale la notte ha svelato le crepe e i dissestamenti.
La pedagogia notturna di Novalis si chiude con l’invocazione di una notte eterna; la notte eterna alla quale conduce la poesia di Novalis non è semplicemente l’annientamento del soggetto nel buio della morte ma la sua liberazione, un assopimento che è molto più ricco di senso di una vita desta trascorsa a rincorrere il dominio; la beatitudine del sonno ci libera da ogni timore.

Tratto da EDUCAZIONE E POESIA di Anna Bosetti
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