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Il concetto di anima


Anima è qualcosa che ha a che fare con l’animale, con l’animato, e quindi con il vivente. In Omero la parola psyché è sinonimo di respiro, e ciò è eloquente sull’idea della cosiddetta anima immortale: non c’è anima immortale, in quanto non sussiste un respiro senza corpo.
Come mai gli uomini hanno creduto che potesse esistere un’anima senza corpo? Ad un certo momento l’anima, la psychè, si è configurata come mente e quindi come pensiero. La caratteristica del pensiero è quella di trattenere dentro di sé il molteplice che scorre. Nell’anima dunque si imprimono le cose. E forse qui è cominciato il passaggio dal respiro all’immortale, perché le cose cambiano, ma c’è sempre un luogo in cui riposano.
L’anima è l’autoriferimento di sé a sé, è il permanente rispetto a ciò che varia: l’anima sono IO. Io come quella dimensione permanente che c’è in ogni momento del mio essere attivo, attivo perché l’uomo si sperimenta nell’azione, nel movimento. L’io diventa talmente prepotente da dire “il corpo è mio”. L’io non è il corpo, il corpo diventa una proprietà dell’io.
La mente quando si pensa, si pensa sempre connessa al corpo. L’io non può mai dirsi io senza la dimensione della corporeità (non c’è bisogno che il corpo si muova per pensare che si muova: ecco l’autoriferimento). Quindi l’anima non può pensarsi senza corpo, eppure lo oltrepassa.
L’anima è corpo attivo in quanto si protende nel mondo e quindi include il mondo dentro di sé. L’anima è attività e autoriferimento, qualunque cosa io compia c’è l’io. Da qui sorge la dinamica del desiderio, l’io vivente è potenza ad esistere.

Tratto da GUIDA ALLA FORMAZIONE DEL CARATTERE di Anna Bosetti
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