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I perché dell'educazione


Chi e cosa autorizzano a educare? La convinzione della necessaria socializzazione, la convinzione della necessità di fornire ai soggetti strumenti e competenze per consentire loro di affrontare a vita e rendersi progressivamente autonomi sul piano affettivo, professionale, relazionale.
La pericolosità e la spiacevolezza rappresentano il retroterra dal quale si ricava la legittimazione anche per quegli interventi professionali rivolti a soggetti che non pongono ad altri una domanda che racchiude intenti trasformativi riguardanti la propria condizione.
È il caso, per esempio, dei minori interessati da provvedimenti che li allontanano dal nucleo familiare originario, piuttosto che da alcune condizioni di disabilità mentale o da gravi problemi psichici.
L’autorizzazione a educare si poggia su un malessere del soggetto educante, cioè sulla percezione della distanza esistente tra ciò che l’altro è e ciò che l’altro potrebbe/dovrebbe/vorrebbe essere.

Tratto da L’EDUCATORE IMPERFETTO di Anna Bosetti
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