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Concetto di preorientamento all’attività cognitiva


Se però ammettiamo che l’attività cognitiva fin dall’inizio è un’attività interpretativa dobbiamo anche ammettere che fin dall’inizio esiste un preorientamento che guida questa attività interpretativa. Dobbiamo postulare l’esistenza di schemi di preorientamento innati, a partire dai quali l’attività cognitiva forma poi ulteriori schemi generati dall’interazione con l’ambiente e con le altre persone. Questi nuovi schemi diventano a loro volta una guida che orienta l’attività cognitiva, tesa a formare regolarità ma partendo dall’esistenza di una regolarità presupposta e predefinita.
Gli uomini avrebbero quindi una connaturata tendenza a generalizzare e ad avere aspettative, perché le strutture cognitive possono funzionare solo tramite questo modello: schema . aspettativa . interpretazione . genesi di nuovi schemi
Questo modello può però creare dei problemi nelle relazioni con altre persone (stereotipipregiudizi).
Inoltre, i nostri schemi cognitivi tendono sempre a organizzare la rappresentazione in termini egocentrici, assegnando a noi stessi un ruolo centrale e attivo, perché dobbiamo sempre costruire ogni cosa partendo da un punto di riferimento centrale.
 La necessità di disporre di schemi e di regolarità unita alla necessità di rappresentarci le cose a partire dal nostro punto di vista ci porta a costruire una rappresentazione del mondo in cui i nostri desideri ed aspettative hanno un ruolo centrale e quando ci confrontiamo con gli altri presupponiamo tendiamo a soddisfare i nostri desideri/aspettative senza tener conto che anche gli altri hanno desideri/aspettative.

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