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I mondi paralleli


Ora, i mondi paralleli possono essere anche introiettati dagli individui stessi: gli stati d’alterazione dei soggetti non sono infatti ricuperabili come esperienza nel ritorno alla normalità; disegnano in pratica un fronte di esperienze incompossibili. L’alterazione, inoltre, introduce un elemento spaesante nel mondo, decostruisce la sua regolatezza e la sua compattezza. Il doppio diventa, insomma, duplicità stessa del mondo, suo specchio deformante: ad ognuno il suo residuo, il suo altro, il suo rovescio, la sua copia. Gli stati d’alterazione non solo sdoppiano i personaggi e le cose, ma diffrangono i nostri punti di vista, alterano il nostro sguardo, lo costringono a prendere coscienza delle sue correzioni. Gli esempi sono molto frequenti:
a. Nadine, dopo aver tentato di suicidarsi con i barbiturici, si risveglia pensando di essere tornata diciottenne (e cioè prima dell’incidente in cui perse l’occhio); ma è soprattutto la sua forza ad essere aumentata in maniera sbalorditiva (P. 10);
b. nella sequenza successiva, Jacoby, in stato di trance, racconta particolari preziosi a Cooper e Truman circa la morte di Jacques Renault;
c. lo stato semi-comatoso di Leo Johnson (dopo l’attentato di Hank) lo ha ridotto a poco più di un vegetale, ma con continui, piccoli (e terrificanti per Bobby e Shelly che lo hanno in custodia) segni di ripresa;
d. l’uomo da un braccio solo viene interrogato da Cooper, il quale gli impedisce di prendere l’abituale medicina; emerge così Mike, lo spirito che lo abita (P. 13);
e. infine, naturalmente, gli stati d’alterazione di Leland quando, invaso da Bob, uccide Maddy.

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