Skip to content

L’iniziativa dell’osservatore enunciazionale


Tuttavia, l’iniziativa dell’osservatore enunciazionale è forte e palese (entra nell’unica feritoia del vecchio cappuccio) e il materiale onirico di Merrick è parzialmente già stato assunto dall’enunciazione filmica, in particolare nella sequenza iniziale (non ascrivibile, proprio perché la prima, a un soggetto dell’enunciato). La presenza di inquadrature di scenari industriali, nonché la presenza di rumori aver che vi si riconducono, sembrano corroborare l’esistenza di una intima familiarità tra immaginario enunciazionale e produzione onirica di Merrick.
Se la vita di Merrick è di fatto inimmaginabile in quanto vissuta dal!’interno, resta la possibilità di trovare un minimo comune denominatore in quelle figure che stanno alla base della sua ricostruzione mitica. In fondo egli ha probabilmente rimotivato le sue origini a partire dal nome che gli è stato assegnato (Uomo Elefante), e non spiegandosi lui per primo come sia potuto nascere un mostro da una donna così bella, la storia leggendaria che viene usata da Bytes è quanto di meglio può utilizzare per rimediare all’insufficienza delle ragioni. Se gli incubi di Merrick sono tanto terribili è perché egli porta in sé il marchio dell’aggressore; il carattere dominante che ha ereditato, iscrivendolo sul suo corpo, è quello dell’elefante, per cui le sue stesse fattezze sono tanto marchiature di un’offesa quanto marchio dell’offensore. È il legame promiscuo con i caratteri dell’elefante che rende Merrick sospeso tra tragedia subita e colpa incarnata.
Lo stesso vale in qualche modo per il film: usa Merrick, ne possiede i copyright, lo sfrutta per fini “spettacolari” e nel contempo ne è marchiato. Smette d’essere un film horror non perché filosofeggia in modo edificante attorno alla diversità e all’inaccettazione abituale di corpi deformi; non perché interroga la mostruosità ma perché ne è interrogato. Non implode nel patetismo proprio perché mira a disoccultare la tentazione di bollare come patetici i tentativi di Merrick di conquistare un’immagine dignitosa (come a dire, “ti diamo lo status di persona pur-ché tu ti astenga dal provare a dimostrarlo per via di quell’immagine che pareva negarne la possibilità”).
Ecco allora che la libertà e le sottili discontinuità discorsive di questo segmento filmico non trovano spiegazione nella volontà di far emergere in primo luogo uno stile, quanto sono indispensabili alla costruzione di un parallelismo che è retto non tanto e banalmente sul piano temporale, quanto su quello attanziale, e in particolare competenziale.

Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.