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Fenomenologia testuale


Il linguaggio cinematografico non ha sedimentato una morfologia e una sintassi sufficientemente stabili; per esempio, non esiste una selezione dei segni che lo costituiscono, né una grammatica coerente, unificata, condivisa.
Tuttavia, il testo non ha di per sé stesso una definizione morfosintattica (come invece la frase nel linguaggio verbale), e ciò non crea quindi nessuna problematica specifica per una semiotica del cinema.
Interpretare un testo cinematografico vuol dire coglierlo come una configurazione sensibile, come un prodotto e come un discorso. In tutti e tre i casi ci sono articolazioni tra espressioni e contenuti (forma + sostanza).
La cultura umana si basa propria su una moltiplicazione degli accessi al senso, tanto per i testi quanto per ogni porzione di mondo esperibile.
La semantica del testo filmico non rinvia banalmente alla realtà: si confronta con le stratificazioni di senso che hanno già costituito la realtà, come mondo significante. I territori significanti configurati dal film si articolano per mezzo di percorsi di senso, praticabili ed esperibili nella realtà.
Il film non è riducibile né a bit di informazione, né a contenuto proposizionale.
Il film è un modo di configurare dei territori significanti articolabili con dei percorsi di senso praticabili ed esperibili.
Il senso si costituisce tradizionalmente tramite concatenazione di causa-effetto e sequenze logiche, ma non solo.
I testi sono rifigurazioni di esperienze - o per documentarle, o per trasfigurarle nei mondi possibili della finzione.
I testi fanno proprie le comuni esigenze di connettere snodi della nostra esistenza individuale o sociale, in cui le decisioni non trovano quasi mai condizioni necessarie e sufficienti per potersi esercitare.

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