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Identità e confronto culturale

Identità e confronto culturale


L’identità «è ciò che io sono» a vari livelli (individuale, sociale, istituzionale, ecc.).
L’identità culturale è l’esito imprevedibile di un processo «co-costruttivo», non interattivo. Oggi, in un mondo caratterizzato da una costante attività di formazione, deformazione e riformazione, tale condizione risulta un vincolo. Siamo ciò che siamo in un I venire incessante. In particolare, l’identità culturale è lo spazio fra il progetto autonomo e la proposta di essere in un certo modo (dati i vincoli e le opportunità ambientali) e il riconoscimento ditale progetto da parte di altri. Questo riconoscimento dialettico, di stampo hegeliano, può essere positivo (accettazione della proposta proveniente dall’altro) o negativo (rifiuto ditale proposta). In ogni caso l’identità è il risultato del gioco fra chi penso e scelgo di essere e chi gli altri dicono che io sia. Di conseguenza, l’identità culturale ha un duplice fondamento: a) idiomorfo, ossia basato sull’insieme di significati e valori che in modo autonomo un gruppo umano ha elaborato e in cui crede; b) posizionale, ossia basato sul fatto che l’identità del proprio gruppo ha sempre una natura relazionale per confronto e in opposizione all’identità di altri gruppi umani. Il primo fondamento è autoriferito e concerne gli aspetti in positivo dell’identità culturale («ecco come sono »), mentre il secondo è eteroriferito e riguarda gli aspetti in negativo di tale identità («ecco come non sono»). L’identità personale e quella culturale, pertanto, si costruiscono nell’intreccio dei rapporti con gli altri.
L’identità culturale presenta inevitabilmente aree di ambiguità ed equivocità. E una realtà mobile, dai confini sfumati.

Tratto da LA MENTE MULTICULTURALE di Anna Bosetti
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