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La virtù della dipendenza


La condizione umana, originaria, della dipendenza trova altri significati, come conoscenza e conoscenza di sé, forme del vivere nella relazione con l'alterità, se accostata all'empatia, che è anch'essa fondamento costitutivo della condizione umana. Empatia è acquisizione emotiva della realtà del sentire altrui: si rende così evidente che esiste altro e si rende evidente a se stessi di essere altro. Empatia è la possibilità della comunicazione dell'esperienza e il valore cognitivo dell'empatia è il riconoscimento della relazione, della sua necessità, ossia una comprensione che è viversi come non autosufficienti, come limitati e aperti a qualcosa d’altro.
Il sentimento della non autosufficienza, ossia la virtù della dipendenza, del bisogno dell'altro, che si percepisce empaticamente attraverso il passaggio di esperienze anche non direttamente vissute, offre possibilità alla conoscenza e alla conoscenza di sé. L’empatia insegna la consapevolezza della dipendenza nel momento in cui mostra che l'esperienza vivente avviene andando verso il luogo in cui l'altro vive. La conoscenza che si genera dalla consapevolezza della dipendenza è generatrice anche del senso della libertà personale. La relazione di dipendenza diviene origine di continua ed espansiva libertà. Esiste anche una valenza negativa del termine dipendenza, che si manifesta nell'eccesso e allora cessa di essere una virtù per diventare qualcos'altro. Occorre sapersi collocare in un giusto equilibrio insieme un'altra virtù, la distanza, che, in alcuni momenti, consente di vedere le cose in modo più obiettivo.

Tratto da NUOVE VIRTÙ di Anna Bosetti
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