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I gruppi religiosi e l'età della tecnica


È questo il contesto, profondamente mutato dalla tecnica, in cui si collocano i gruppi religiosi nel rapporto con gli individui.
In realtà le “religioni del libro” assumono consapevolmente il conflitto come relazione-base con l’altro: se e nella misura in cui riscoprono e riconoscono spazi di libertà di ricerca e, quindi, di costruzione di modelli differenziati di spiritualità, vivono il conflitto al proprio interno con le varie forme di dissenso confessionale; se, all’opposto, insistono tenacemente nella difesa di un patrimonio teologico unico ed indifferenziato, da prendere o lasciare integralmente, vivono il conflitto all’esterno con il mondo, con una società percepita come ostile perché attraversata da una logica di libertà che contrasta con il primato della verità.
All’estremo opposto si pone il buddhismo, che tollerando la doppia o pluri-appartenenza o addirittura sostenendola come un fatto positivo in principio, sembra maggiormente in grado di attagliarsi all’età della tecnica e della scienza.
E, reciprocamente, la tecnica può accogliere il buddhismo, in quanto, “se il reperimento di senso è un mezzo per vivere, la tecnica, come universo di mezzi, può benissimo recepire anche il buddhismo e la ricerca di un senso che esso promuove, purché il senso assurga a sua volta al rango di mezzo per vivere”.
La libertà religiosa, insomma, mette a nudo il paradosso del rapporto tra diritti individuali e diritti comunitari: all’aumento del tasso di libertà personale connaturato ai rapporti impersonali prodotti dall’età della tecnica ben si attaglia l’ampia libertà religiosa riconosciuta dal buddhismo, ma, conglobata in un ampio orizzonte a-finalistico, anche questa come quella rischia seriamente di trasformarsi in una “dissimulata schiavitù”; per riacquistare il suo finalismo, il suo senso, la libertà religiosa deve esercitarsi fuori dall’apparato, negli spazi residuali, come quelli offerti dalle comunità delle “religioni del libro”, dove, tuttavia, il margine di libertà è ridottissimo e si concreta nell’alternativa secca tra obbedire o non obbedire: insomma, la libertà se si espande viene assorbita, per non essere assorbita deve ridursi ad un’alternativa intollerabile per l’uomo tecnologico.

Tratto da EGUAGLIANZA E DIVERSITÀ CULTURALI E RELIGIOSE di Stefano Civitelli
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