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Il riconoscimento del paesaggio, emozioni e sensazioni

L’uomo che osserva rimane affascinato da ciò che gli si prospetta di fronte, suscitando in lui emozioni e sensazioni interiori che convergono nel riconoscimento del paesaggio. Questo riconoscimento è soggettivo, dato che ognuno di noi, al cospetto di un paesaggio vede quest’ultimo in maniera personale, filtrando con le proprie esperienze, con il proprio bagaglio culturale, aspetti che altre persone non notano e viceversa. L’elaborazione mentale di forme e aspetti di ciò che noi vediamo, è diversa per ciascuno di noi anche se gli elementi che costituiscono il paesaggio esistono e sono fisicamente presenti nel luogo. Potremmo dire infine, mediando, che il paesaggio è il prodotto della tensione tra soggetto e oggetto, tra il filtro culturale proprio di ogni osservatore e il campo naturale. Andrebbe suggerito di pensare il paesaggio come entità estetica dei luoghi; con questa affermazione si vuole sottolineare l’appartenenza dell’aspetto
estetico alla fisionomia del territorio, intendendo dire cioè che proprio l’aspetto estetico concorre all’individualità del luogo come quel luogo specifico. Si vuole ancora porre l’accento sulla
singolarità e sull’individualità caratteristiche di ciascun paesaggio e sulla coappartenenza di natura e storia. Il paesaggio in senso estetico non è soggettivo quanto piuttosto intersoggettivo, come tutti i valori culturali ed estetici in specie.

Tratto da ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO di Alessia Muliere
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