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La nascita del primo archivio a Firenze, 1778


Il primo istituto di conservazione per usi culturali di documentazione antica fu il pubblico archivio diplomatico di Firenze, istituito nel 1778 attraverso un motu proprio leopoldino, in cui si legge di raccogliere “antichi documenti...perché essi importanti lumi possono apportare…anche all’erudizione e alla storia”. Quali che fossero le finalità perseguite, durante e successivamente l’età napoleonica si continuò a raccogliere materiale documentario, scritture e memorie in quanto accumulo e sedimentazione di conoscenze di quello che il potere, nelle sue varie forme era stato nel passato: appartenevano cioè ad una tradizione dalla quale ci si voleva distinguere ma non separare. Si mirava ora a raccogliere materiale documentario che, anche se non più utilizzabile come memoria auto documentazione (cioè aspirassero o meno a soddisfare esigenze pratico amministrative o all’erudizione e alla storia) potevano rivelarsi utili come memoria fonte, dell’immagine che il potere voleva tramandare di se stesso alla posterità. Per questo all’interno degli istituti di conservazione la documentazione archivistica del presente come del passato venne ripartita in base a parametri classificatori elaborati dal coevo pensiero politicogiuridico; in base a definizioni interpretazioni più generali della coppia concettuale passato/presente (antico e moderno). Ad esempio la documentazione archivistica conservata presso l’archivio di Palermo venne ripartita in 3 sezioni: diplomatica (carte relative ai reali ministeri, alla luogotenenza generale, agli istituti ecclesiastici, guerra, marina e alla storia e al diritto pubblico in Sicilia), giudiziaria (tutti gli atti e i processi delle antiche e moderne giurisdizioni), amministrativa (l’amministrazione civile e l’economia). L’archivio veneziano de’ Frari invece a partire dal 1817 adottò una pratica conservativa che collocava nel passato tutta la documentazione precedente la caduta della repubblica della serenissima, nel presente quella successiva (questo per trasmettere l’immagine di un potere che per secoli aveva cercato di mantenere intatta la sua fisionomia).

Tratto da GLI ARCHIVI TRA PASSATO E PRESENTE di Alessia Muliere
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