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Francesco Bonaini e il metodo storico

Francesco Bonaini e il metodo storico


Ad altri criteri furono ispirati i metodi conservativi della documentazione archivistica conservata presso il Palazzo degli Uffizi di Firenze, che costituì il primo nucleo d’archivio fiorentino; qui la documentazione era considerata soprattutto come memoria fonte e dunque appartenente al passato, dal momento che si riteneva che ogni documento, nel momento in cui è posto in essere, assume valore di storico documento, tutta la
documentazione archivistica è storia, dunque appartenente al passato. Tale pratica conservativa fu ideata e praticata da due archivisti dell’epoca, Francesco Bonaini (massimo esponente del metodo storico)e Cesare Guasti che miravano al mantenimento della fisionomia propria della documentazione, tenendo conto delle diversità delle materie, delle forme governative, della varie magistrature, delle successioni delle dinastie; si prestò cioè molta attenzione alla cronologia e alla storia. L’unico riordinamento possibile per Bonaini è quello basato sul principio di provenienza e fondato sulla storia delle istituzioni: ogni fondo archivistico, inscindibile e indivisibile, deve rispecchiare fedelmente l’organizzazione dell’ente che lo ha prodotto. Metodo storico, dunque, perché ha il suo fondamento nella storia e a questa solamente deve ispirarsi.

Tratto da GLI ARCHIVI TRA PASSATO E PRESENTE di Alessia Muliere
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