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Asor Rosa : i temi dell'attività letterale di Calvino

5)    il tema del millennio

Calvino ha sempre rifiutato qualsiasi tentazione apocalittica, tuttavia nel momento in cui scrive la premessa alle Lezioni Americane, il suo stato d’animo dominante è di angoscia; alle spalle c’è il millennio che ha visto nascere e affermarsi le lingue e le letterature moderne d’Occidente. Calvino ha esplorato innumerevoli possibilità linguistiche ma non si è mai fatto sedurre dai linguaggi dei mezzi di comunicazione di massa, nei confronti dei quali è sempre stato fortemente critico; in particolare egli ha lamentato la perdita di senso che le parole e immagini hanno subito a causa del diluvio massmediologo. Non è un caso che le deprecazioni più forti si collochino all’interno di esattezza e visibilità (che sono le facoltà più colpite da tale invasione). Il problema però è più vasto e si allarga alle condizioni generali del mondo contemporaneo.

6)    letteratura e valori
 
Ciò con cui abbiamo a che fare è il rischio della dissoluzione stessa del linguaggio, soprattutto quello scritto, ovvero lo strumento senza il quale fare letteratura diviene impensabile. Paradossalmente dunque, la funzione della letteratura diventa sempre più essenziale e insostituibile man mano che sono messe in discussione le basi stesse della creazione letteraria. Tutto ciò è espresso nella conferenza la Rapidità. La letteratura a che fare con la forma e la forma a che fare con la vita. Quando la vita perde forma, la letteratura può contribuire a fargliela trovare. Calvino infatti afferma che “il mio disagio è la perdita di forma che constato nella vita, e a cui cerco di opporre l’unica difesa che riesco a concepire: un’idea della letteratura”; “la mia fiducia nel futuro della letteratura consiste nel sapere che ci sono cose che solo la letteratura può dare con i suoi mezzi specifici”. Ciò significa che esiste uno spazio nella dimensione umana in cui il linguaggio si consolida in un insieme di significati e forme; a questa aggregazione di segni e sensi linguistici – ovvero la letteratura - spetta il compito di affrontare quella perdita di forma che Calvino constata nella vita contemporanea.

7)    alcuni valori o qualità o specificità della letteratura

Ovvero i temi delle sue Lezioni Americane. Di tutte le specificità letterarie, al primo posto per Calvino sta la Leggerezza; le città invisibili è un vero capolavoro di leggerezza, lo stesso Calvino afferma che ci sono dei pezzi che considera migliori come evidenza visionaria. Calvino precisa che esistono tre forme diverse della leggerezza: la prima consiste in un alleggerimento del linguaggio per cui i significati vengono convogliati su un tessuto verbale senza peso (es. Le città invisibili); la seconda consiste nella narrazione di un ragionamento o processo psicologico in cui agiscono elementi sottili e impercettibili, o qualunque descrizione che comporti un alto grado di astrazione (es. alcune prose di Palomar); la terza si identifica con un’immagine figurale di leggerezza che assume un valore emblematico (es. Cosmicomiche e a certe figure rarefatte e simboliche del Castello dei destini incrociati). La Rapidità dello stile e del pensiero, vuole dire soprattutto agilità, mobilità e disinvoltura; la velocità di cui si parla è una velocità mentale. In questo modo poesia e prosa per Calvino si avvicinano molto (in entrambe i casi è ricerca di un espressione necessaria, unica, memorabile). Calvino ha scelto di scrivere soprattutto short-stories perché è difficile mantenere questo tipo di tensione in opere molto lunghe. Si potrebbe dire che nel sistema calvininano l’Esattezza serve a bilanciare un eccesso di rapidità; infatti esattezza per lui vuol dire tre cose: un disegno dell’opera definito e ben calcolato; l’evocazione di immagini visuali nitide; un linguaggio più preciso possibile. L’esattezza è la qualità della precisione per eccellenza, ma si biforca in due direzioni diverse: da una parte la riduzione degli avvenimenti contingenti a schemi astratti su cui si possano compiere operazioni e dimostrare teoremi, e dall’altra parte lo sforzo delle parole per rendere conto con la maggiore precisione possibile dell’aspetto delle cose. La Visibilità è più che altro un ragionamento sull’immaginazione; lo scrittore descrive il proprio processo creativo come una mediazione fra due tendenze opposte che egli cerca di tenere unito entro un medesimo disegno (la generazione spontanea delle immagini e l’intenzionalità del pensiero discorsivo). La Molteplicità è la lezione più esteriore; il modello di tale qualità infatti è il romanzo contemporaneo come enciclopedia, come metodo di conoscenza, e soprattutto come rete di connessione tra i fatti, le persone, e le cose nel mondo (es. Castello dei destini incrociati, Se una notte d’inverno un viaggiatore). La nozione di molteplicità serve a Calvino allo scopo di attirare l’attenzione su di un altro aspetto della sua personalità e della sua opera, cioè sulla tendenza a concepire l’attività letteraria come un’attività combinatoria, in cui si riflette l’inesauribile varietà della vita e delle cose, secondo uno schema a lui caro, quello delle short-stories. L’idea di molteplicità è legata all’idea di enciclopedia; ma è un’idea di enciclopedia aperta, aggettivo che certamente contraddice il sostantivo enciclopedia, nato etimologicamente dalla pretesa di esaurire la conoscenza del mondo rinchiudendola in un circolo. È dunque un’idea di enciclopedia che nega se stessa quella che insegue Calvino: non un obiettivo di conoscenza assoluta, ma inesauribile esercizio di conoscenza senza limiti.

Tratto da IL PERCORSO LETTERARIO DI CALVINO di Alessia Muliere
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