Skip to content

L'interpretazione del termine Barocco

L'interpretazione del termine Barocco

“È vero che il concetto di Barocco si formò nella critica d’arte per contrassegnare la forma di cattivo gusto artistico che fu proprio di gran parte dell’architettura e altresì della scultura e pittura del Seicento”. Con queste parole Croce nella sua Storia dell’età barocca in Italia del 1929 negava nuovamente al Barocco quell’accezione positiva che aveva assunto nel 1888 quando Wolfflin nel saggio Renaissence and Baroque aveva rivalutato quel momento culturale da tutti degradato. Sarà soprattutto in Italia che la critica formalistica avrà il maggior seguito anche se due anni dopo la monografia crociana su Praz, che per primo esprime un accenno di simpatia nei confronti del barocco letterario, anche se il suo esempio non avrà immediato seguito. Una riflessione sulla storiografia specifica e positiva si avrà solo nella metà del secolo del ‘900 tanto che nel 1954 nell’enciclopedia Storia dell’arte italiana tra Sei e Settecento si legge: “Barocco, un termine che al pari del gotico implicava un giudizio negativo. Grava per sempre sull’Italia del Seicento l’ombra della decadenza politica. Il barocco raccoglie le esperienze del ‘500, ne eredità la grandiosità, ma tramuta la monumentalità con la magniloquenza esaltando nelle masse il movimento che è la sua fondamentale ricerca, rovescia la gerarchia dei valori stabiliti nel Rinascimento”. Nel congresso del 1954 tenutisi a Venezia, Argan evidenzia il passaggio dall’accezione negativa a quella positiva sul Barocco, ciò che importa di quest’arte è il persuadere. Tenendo presente la teoria degli affetti esposta nel Libro II della Retorica di Aristotele, dove l’arte diventa comunicazione e persuasione, nota che per quanto nell’arte barocca prevalgono motivi religiosi e morali e che questi ultimi siano stati ampiamente utilizzati dalla chiesa per i suoi fini di propaganda, non si può ridurre tutta l’arte barocca alle basi religiose della controriforma. Il pittore vuole ora suscitare meraviglia in quanto l’arte è un tipo di comunicazione e di rapporto. Il porsi dell’arte come persuasione dipende dal nuovo modo di vita sociale e dall’affermarsi progressivo delle borghesie europee nell’ambito dei nuovi stati monarchici. Nel medesimo congresso Tagliabue mira ad approfondire la definizione usuale di Barocco e sostiene che seguendo l’approccio alla retorica aristotelica si possa arrivare a una rivalutazione dell’arte del Seicento dove gli aspetti frivoli e lucenti non sono mai così semplici. Lo studioso cerca di chiarire i motivi secondo cui per molto tempo è stato difficile interpretare un’arte come questa. Giunge alla conclusione che gran parte del problema sia dovuto all’eredità del Romanticismo quando l’interpretazione del Barocco è andata in direzione psicologica verso l’avventuroso, l’inquieto, il sublime, mentre lo dovremmo considerare e definire un’arte sociale nata sul franare delle convinzioni etiche della sua società. Fondamentale è comprendere l’arte barocca come un’arte di crisi ma non della crisi che cerca invece di eludere. Nel successivo congresso dei Lincei del 1960, Manierismo, Barocco e Rococò, concetti e termini, si tratta dell’etimologia e della storia del termine Barocco; il prof. Migliorini colloca l’origine della parola al XIII secolo quando si parla di sillogismo barocco. Per arrivare a trovare la parola usata come aggettivo, sempre in Italia, bisogna attendere le ultime decadi del Settecento, ma l’applicazione di questo concetto all’arte la sia ha solo con Milizia quando nel suo dizionario scrive: “Barocco è il superlativo del bizzarro, l’eccesso del ridicolo”. In Francia esisteva invece una netta distinzione fra il barocco scolastico e mnemonico e l’aggettivo baroque di derivazione spagnolo-portoghese. Nel congresso che si tenne a Firenze nel 1963 la dott.ssa Bossaglia dichiara che al questione etimologica del termine Barocco non si possa ritenere del tutto chiusa specie per quanto concerne l’Italia. A suo avviso trattandosi di una parola di origine letteraria la ricerca fa fatta su fonti letterarie e mediante l’uso di documenti informali, è importante effettuare un lavoro di ricerca sui manoscritti del Settecento. Così da un suo studio su un carteggio di Ligari ha scoperto che la parola compare come aggettivo e sostantivo ed indica una maniera e un gusto figurativo. Gli artisti del Settecento definivano barocchi i pittori di una particolare tendenza. Questo dimostra come da tempo il concetto barocco fosse nel parlare corrente e non è detto quindi che la parola derivasse da una consuetudine locale senza una diretta discendenza della Francia.

Tratto da STORIA DELLA CRITICA D'ARTE di Alessia Muliere
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.