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Il termine Rococò

Ha origine dal francese Rocaille, che indica un tipo di apparato decorativo della grotta, di giardini, fontane, basato sul motivo della conchiglia e su altri affini. Poiché dal periodo della reggenza di Filippo d’Orleans (1715-23), per tutto il regno di Luigi XV (1725-50) e oltre, tale elemento decorativo fu utilizzato in modo estensivo nell’architettura e nelle arti figurative e applicate, in Francia e fuori, il suo nome passò a connotare lo stile complessivo di quell’epoca. Solo dalla fine dell’Ottocento il termine Rococò comincia ad essere usato come una definizione storico-artistica: fa la sa comparsa nei dizionari e negli studi specialistici (dapprima in area tedesca), si libera dalle connotazioni dispregiative o limitative legate al perdurare del gusto neoclassico, per assumere un carattere di neutralità quanto al giudizio di valore e di complessità, quanto ai  limiti cronologici, alle fonti, ala diffusone, ai significati. Per origine e natura il Rococò è un fenomeno puramente francese, che solitamente viene suddiviso in 4 fasi o stili le cui delimitazioni cronologiche non
sono da intendere in maniera stretta:
1) Lo stile reggenza che corrisponde la periodo in cui, morto Luigi XIV e succedutogli in età minorile il nipote Luigi XV, la reggenza fu tenuta dal duca Filippo d’Orleans che trasferì la corte da Versailles a Parigi (anche se le prime opere si rivelano negli ultimi anni di reggenza di Luigi XIV, per cui l’origine temporale del Rococò si può collocare intoro al 1700);
2) Lo stile Rococò o Rocaille in senso proprio, identificato col regno di Luigi XV, col nome del quale viene anche designato;
3) Il primo stile Luigi XVI o stile Pompedour che accompagna il passaggio alla seconda metà del secolo durante la quale l gusto Rococò si consuma incalzato da un nuovo ritorno al classico.
Inoltre, intorno gli anni 30 del Settecento si afferma un linguaggio Rococò internazionale diffuso attraverso le raccolte di elementi ornamentali riprodotti in incisioni, la chiamata di artisti e artigiani all’estero, la circolazione di oggetti decorativi; si sviluppa in Germania un tipo di Rococò religioso. Durante il regno di Luigi XIV (il Re Sole), cominciava ad avvertirsi la necessità di modificare la decorazione degli interni delle residenze, dei castelli, anche solo di alcune stanze degli appartamenti provati. I maggiori tratti stilistici del gusto Rococò sono: ordini e colonne scompaiono dall’apparato ornamentale all’esterno e all’interno; le pareti si coprono di pannelli, di specchi, di boiseries, di lambris, rivestimenti di legno scanditi da riquadri in cui sono unitariamente inseriti infissi, cornici, camini; i soffitti sono prevalentemente piatti con decorazioni lievi, in cui si fa uso di tonalità pallide neutre. Dovunque alla plasticità barocca sono preferiti valori di superficie: una linea sinuosa avvolge ogni elemento confondendo architettura e arredo, strutture e sovrastrutture, meritando al Rococò l’accusa di stile antitettonico e antivitruviano. Anche nelle composizioni pittoriche e nella scultura predomina la sinuosità, “un’eleganza dalla forma vaga, ondeggiante” (Hogart). In generale si applica il termine Rococò nei casi in cui l’architettura venga considerata un oggetto ornamentale o vengano usati con evidenza de motivi rocaille o l’iconografia insista su temi della festa, della seduzione, dello spettacolo, oppure nello stile si riveli una tendenza al sinuoso, all’acuto, all’asimmetrico.

Tratto da STORIA DELLA CRITICA D'ARTE di Alessia Muliere
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