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L'inizio dell'arte moderna


I periodi sotto il nome di protoromantico e neoclassico danno inizio all’arte moderna; si tratta di poetiche, ovvero qualcosa che non si formula in sistemi teorici e precetti ma si coglie nella concreta vita dell’arte, emerge solo attraverso l’analisi critica diretta. È superata la vecchia tesi che l’arte romantica succeda al neoclassico e vi si contrapponga liberandosi delle sue teorie, dei suoi precetti, dei suoi modelli. Anche nell’odine cronologico i movimenti detti pre o protoromantici precedono i neoclassici e perfino con le poetiche del sublime pongono il classico come l’espressione più alta del genio. D’altra parte è certo che l’arte neoclassica è la prima che si configura come attuazione esatta, integrale, senza residui, di una ben chiara intenzionalità, quindi di una poetica, ciò che evidentemente legittima l’assunto che essa sia da considerar come la fase iniziale o di fondazione dell’arte romantica. L’arte del secolo XVIII, con il suo virtuosismo esecutivo esteso a tutta la gamma delle applicazioni artigianali, rappresenta senza dubbio il massimo della prassi col minimo di teoria, ma non è vero che l’arte neoclassica reagisca agli eccessi barocchi ripristinando l’autorità della teoria. La perfezione dell’arte classica riconosciuta al termine di un processo critico si pone invece come l’obiettivo di un’intenzionalità e sostanza di una poetica; e per il fatto stesso di darsi come struttura una poetica e non più una teoria, l’arte neoclassica rientra di peno diritto nella sfera del romantico.
Vi rientra precisamente come fase di approfondimento e di chiarificazione, in cui si pone e risolve il problema di un classicismo imitativo e rappresentativo. L’antico non impone di copiare l’antico ma di essere al mondo degli antichi in quella che è la realtà storica del tempo presente. Fin dalla sua fondazione l’arte neoclassica si presenta come iconologica e tipologica, interessata alla forma dei concetti e non più agli aspetti della natura. L’antico per la cultura neoclassica non è modello, né precedente storico: ma tipo, cioè arte e storia che furono vive in altri tempi e per altri uomini e che solo la volontà dell’artista può scuotere dall’inerzia e dall’astrattezza dello schema riportandole alla realtà viva dell’immagine.

Tratto da STORIA DELLA CRITICA D'ARTE di Alessia Muliere
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