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L'espropriazione dei beni culturali

L'espropriazione dei beni culturali


Intesa come trasferimento coattivo della proprietà di un bene, dal privato allo stato, dietro indennizzo, ai fini di pubblica utilità. L’espropriazione (e non l’occupazione temporanea) è indispensabile solo quando l’intervento da effettuare richiede un rilevante periodo di tempo e una modificazione importante dell’area. L’espropriazione, in materia culturale, è un genus, suddiviso in 3 specie, diverse per l’oggetto e per lo scopo: espropriazione di beni culturali, per causa di pubblica utilità, quando risponde a un importante interesse a migliorare le condizioni di tutela ai fini della fruizione pubblica dei medesimi beni (art.95); per fini strumentali, per edifici o aree quando ciò sia necessario per isolare o restaurare monumenti, assicurarne la luce o la prospettiva, garantirne o accrescerne il decoro o il godimento da parte del pubblico, facilitarne l’accesso; questa specie di espropriazione interviene quando è necessaria non la semplice conservazione dello stato dei luoghi, bensì la loro modificazione (art.96); espropriazione per interesse archeologico (art.97).

Tratto da CODICI DEI BENI CULTURALI E DEL PAESAGGIO di Alessia Muliere
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