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Adolescenza e cultura di Holderlin



I genitori di Holderlin venivano dal ceto benestante. il figlio era destinato alla carriera religiosa. Formazione: seminari di Denkendorf e Maulbronn. Desiderava però andarsene. Il 21/10/1788 entra nel celebre Stift di Tubingen, dove può frequentare compagni che vengono da altri contesti culturali. Stringe amicizia con Hegel, e sodalizio poetico con Magenau e Neuffer. Ha 18 anni. Nel periodo tracolla l'impianto dogmatico dei filosofi più ortodossi ed anche la rivoluzione alle porte fa tirare aria di nuovo. A tubingen Flatt, un antikantiano, insegnava filosofia teoretica, Storr teologia dogmatica. Secondo storr le verità dogmatiche non sono fondabili filosoficamente e la rivelazione non è conoscibile per esperienza. In questo periodo compare l'opera jacobi-spinoza, opera che gli amici leggevano in quel periodo: nel testo di Jacobi si dice che Lessing, rifiutando il pensiero di un Dio al di fuori del mondo, era diventato spinozista. In un dialogo con Jacobi nel libro Lessing dice ora di credere nell'immanenza di Dio. Holderlin consegna a Hegel il messaggio "l'uno e il tutto", professione vera e propria di panteismo: Holderlin si sente vicino all'idea spinoziana di una sostanza originaria che si presenta come armonica unità con la totalità infinita della natura. La sostanza è la fonte del pensiero, pensiero che non può spiegare ogni fenomeno. In una lettera ad Hegel scrive che per lui l’io è tutto. Io come principio sommo di ogni filosofia. IO puro, assoluto, non condizionato dagli oggetti.
Anche Schelling anni dopo dirà di essere spinozista. Nel collegio comunque Holderlin Hegel e Schelling condividevano una stanza. Vengono letti Jacobi, Kant, Herder, Rousseau, Spinoza. Idea: veder unificate nell’utopia estetica le incongruenze del mondo.  Nello stift si forma anche un club di orientamento giacobino dove circolano riviste francesi. Hegel sosteneva gli ideali illuministici della rivoluzione. Comunque queste cose desteranno sospetti. Il presunto giacobinismo di Holderlin ad es.. ma il poeta sarà interpretato in più chiavi: da quella marxista all’Holderlin rivoluzionario di Lukacs. Tra le ipotesi interpretative c’è anche Bertaux secondo cui Holderlin era un giacobino, e la sua opera una metafora della rivoluzione. Non a caso negli ultimi anni Holderlin si firmava Buonarotti, riferendosi all’aristocratico rivoluzionario Buonarroti. Ma Holderlin mai si è definito giacobino, anzi disse i giacobini profanatori del popolo. È invece simpatizzante per i girondini. Possiamo considerarlo un semplice repubblicano che disdegna la violenza. Nutriva semplici aspettative dalla ventata di libertà che stava investendo l’aristocrazia tedesca. Dopo l’esame finale presso il concistoro Holderlin e Hegel lasciano lo Stift, con la promessa di vivere solo per il “Regno di Dio”. Hegel sarà precettore, Holderlin precettore presso Jena in casa di Charlotte von Kalb. Nuove letture, ma fallimentare esperienza educativa perchè il piccolo Fritz è onanista. Holderlin abbandona l’impiego e va a Jena, centro importante di  vita intellettuale. Legge Schiller e Fichte, oltre al criticismo kantiano.

Tratto da HOLDERLIN di Dario Gemini
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