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"Festa di pace" di Holderlin



In “Festa di pace” del 1802, riferita storicamente alla pace di lunèville del 1801, c’è una risposta a Hegel. La festa di pace si svolge alla sera del tempo, alla fine della storia, dove la presenza del divino oscura la saggezza del filosofo.  Solo allora si potrà scorgere il principe della festa, lo Spirito del mondo. Solo quando lo conosceremo potremo comprendere il senso delle cose e riappropriarci di un unico linguaggio. Holderlin rappresenta dunque la continuità con un sapere mitologico. Il Vigolo conclude: l’idealismo è sorto dunque come una poetica, come una fenomenologia dello Spirito poetante. Holderlin ebbe per primo tale intuizione. In Schelling ed Hegel si ebbe quella stessa corrente ma deviata in terreno filosofico. E questo capovolgimento di una poetica del mondo in una filosofia impronta di sé gran parte della cultura e storia europea nel sec. 19°-20°.
Morta Suzette, primi sintomi di schizofrenia. 1806 internato in clinica. Gli amici di un tempo paion abbandonarlo. Dall’abbandono, dal ritirarsi del divino, prende senso la vocazione del poeta, protetta dalla semplicità, che affonda le sue radici nella saggezza filosofica.

Tratto da HOLDERLIN di Dario Gemini
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