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Ricezione di Holderlin con opera di Dilthey



Effettiva ricezione di Holderlin solo dal 1906 con un'opera di Dilthey (Esperienza vissuta e poesia) che riconosce l’iperione come romanzo filosofico e la diversità tra il panteismo di Schelling (fondato sull’io) e quello di Holderlin (sull’individuo). Visione della malattia come momento di prorompente creatività. Iperione è raffrontato a Zarathustra. Nietzsche dichiarò di stimare Holderlin, per questo i 2 furon spesso confrontati. La scuola di Stefan George riconoscerà in Holderlin la riproposizione di un pensiero veramente mitico che voleva favorire la nascita di un religione estetica. Norbert Von Hellingrath pubblica la 1° edizione critica di scritti di Holderlin prima della 1° guerra mondiale. Edizione molto completa e cronologica. Cassirer poi riprenderà il problema del rapporto di Holderlin con l’idealismo tedesco in 2 conferenze tenute a berlino nel gennaio 1918. Sottolinea il valore filosofico dell'amicizia con Schelling ed Hegel. Distinzione tra la dialettica hegeliana e quella di Holderlin. La dialettica del concetto di Hegel ha una logica affascinante, ma il tentativo di Holderlin è una dialettica del sentimento. Alessandro Pellegrini nel 56 scrive che merito di Cassirer fu definire il passaggio dalla soggettività a una visione oggettiva: Dilthey aveva compreso infatti Holderlin attraverso l’idealismo soggettivo. Karl Jaspers scrive sulla psicologia morbosa di Holderlin.  la malattia secondo lui sortisce effetti positivi sulla creatività. Il pensiero di Holderlin ha in fastidio la presa concettuale e procede per immagini mitologiche. Bohm legge Holderlin come autore del “più antico programma”. Il nazismo favorisce una lettura patriottica di Holderlin. Lettura ideologica di Kurt Hildebrandt. 

Tratto da HOLDERLIN di Dario Gemini
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