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La fondazione soggettiva del valore e l’effetto complessivo della cooperazione


L’uomo di Barnard calcola, giudica e confronta, ma oggetto dei suoi giudizi non sono fredde convinzioni utilitaristiche, ma il significato che egli ricava dalla cooperazione e i benefici materiali sono solo una piccola componente di tale significato.
L’uomo decide soprattutto in base a criteri ispirati da sentimenti morali.
Ciò offre a Barnard una facile arma per affrontare l’obiezione che un sistema cooperativo ha bisogno per sopravvivere, di una somma di risorse il cui valore economico sia superiore alla somma degli incentivi distribuiti. Quest’obiezione varrebbe nel caso in cui si postulasse un uomo calcolatore, ma, l’impostazione non materialistica che Barnard conferisce all’economia degli incentivi, gli consente di evitare quell’obiezione.
Il sistema cooperativo, egli dice, dà ai suoi membri, degli incentivi che non sono solo economici e quindi i membri trovano in questo surplus non materiale la convenienza  a continuare la loro collaborazione.
Barnard tuttavia si rende conto che esistono anche casi in cui le transazioni tra membri e sistema cooperativo sono quasi esclusivamente di natura economica e gli incentivi non economici non bastano.
A questa seconda obiezione Barnard risponde che la caratteristica di un sistema cooperativo efficace è quella di sapere organizzare il contributo dei singoli in modo da ottenere dal loro complesso un valore economico globale superiore alla semplice sommatoria. Ma affinché l’intero, sia superiore alla somma, non basta la cooperazione spontanea.

Tratto da STORIA DEL PENSIERO ORGANIZZATIVO di Priscilla Cavalieri
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