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I sistemi tradizionali di conduzione aziendale: empiria e arbitrio


L’intera gestione del processo produttivo era delegata ai capireparto (foremen) a cui spettava la maggior parte dei poteri e delle responsabilità in tre campi fondamentali:
stabilire tempi e metodi di produzione, accertare costi e qualità del lavoro, assumere e licenziare la manodopera.
La concentrazione del potere nei capireparto impedisce alla direzione aziendale di conoscere le fasi interne al processo produttivo, comportando empiria, approssimazione e arbitrarietà dei metodi di conduzione dell’officina.
Veri e propri atti di arbitrio e corruzione si stabilivano nei rapporti tra capi e operai.
Gli operai erano sempre spinti a muoversi più in fretta e a lavorare più duramente; la politica era quella di ottenere efficienza non premiando ne merito ne cercando di interessare gli uomini al proprio lavoro. La nota fondamentale del drive system era di ispirare nell’operaio reverenza e paura del management.
Nelle fabbrica americane era molto diffusa anche la figura del contrattista (contractors), operai qualificati con grande esperienza che lavoravano nelle officine con il duplice ruolo di dipendenti e piccoli imprenditori quando l’azienda forniva al contrattista i mezzi e il denaro per eseguire una certa quantità di lavoro a prezzo fisso ed entro una data stabilita.
Quando si parla di dequalificazione di massa provocata dal taylorismo, il nostro pensiero va agli operai qualificati, ma si tende a dimenticare le condizioni in cui versava la manodopera meno qualificata e più debole sul mercato del lavoro: irrigidimento delle maglie gerarchiche, contrattazione tra direzioni, gerarchie d’officina e contrattisti, basata su empiria, arbitrio e crudi rapporti di forza.
L’Organizzazione scientifica del lavoro è la fine dell’impero dei capireparto; essi devono trasformarsi da piccola elite di capi dotati di completa autonomia, in un esercito disciplinato di quadri intermedi che comanderanno solo nell’ambito di competenza a loro affidato.
In questo modo i capi intermedi in fabbrica, agiscono in quanto rappresentanti legali della direzione e non più come capi a cui è stato fiduciariamente delegato un potere senza controllo. Vi sarebbero criteri legali e non più libero arbitrio.

Tratto da STORIA DEL PENSIERO ORGANIZZATIVO di Priscilla Cavalieri
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