Skip to content

La cura cretaiva dell'esposizione d'arte

Indispensabile e onnipresente in qualsiasi operazione che possa o debba definirsi artistica, la figura professionale del curatore ha assunto negli ultimi decenni un ruolo fondamentale. Nel Manuale del curator Domenico Scudero ne analizza luci e ombre, seguendone l’evoluzione storica e teorica, in un’ottica che non teme il politically s-correct.

Dal Salon alla cura creativa

Dal Salon alla cura creativa, l’autore risale in profondità alle radici della questione. Narrando di come l’agognata indipendenza dell’artista abbia contribuito a trasformare le modalità di fruizione, rivelandosi il fattore determinante nella nascita della cura espositiva. Da Courbet e gli Impressionisti alle avanguardie - in
prima linea Futurismo e Dadaismo – l’esposizione diventa evento e canale privilegiato del messaggio artistico: i pionieri di questo nuovo campo operativo furono proprio Marinetti, Tzara e Duchamp. Investendo l’artista di una piena libertà di riformulare le leggi della comunicazione, le strategie connesse alla diffusione dell’opera diventano inscindibili dal momento creativo. Mutano di fatto i tre elementi costitutivi: relazione con lo spazio, ruolo dell’artista, ruolo dello spettatore. Con le prime rassegne tematiche – di cui l’Armory Show ed Entartete Kunst sono esemplificazioni contrapposte ma affini nell’individuazione di un nuovo concetto di esposizione, in quanto selezione, imballaggio, trasferimento ed esposizione di opere – “mostrare” diventa sinonimo di “individuare”: uno stile, una tendenza, allo scopo di riconoscere e consacrare un movimento. È soprattutto un problema di comunicazione: il nucleo significante passa dall’oggetto esposto alle modalità di esposizione. L’emergere in primo piano di un rapporto diretto fra artisti e pubblico suscita una nuova esigenza di comunicare il messaggio artistico nel modo più efficace e avvia una convergenza fra arte e design. Allo spazio il compito di garantire l’assoluta evidenza dell’oggetto: nasce così, da un intreccio fra
razionalismo costruttivista ed esigenze pubblicitarie, il white cube. Espressione di un compromesso tra le ragioni dell’arte e quelle del mercato, la galleria d’arte è, afferma Scudero, il prolungamento del Salotto borghese, corollario dunque della creazione di un mercato indipendente che di fatto rimane la struttura portante del nuovo sistema artistico.

Tratto da LA CURA CRITICA di Alessia Muliere
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.